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Maroni: “L’Expo non è nuova Tangentopoli, il Governo garantisca i soldi per i lavori”

Il Governatore della Regione Lombardia lancia il suo ultimatum a Renzi: “Senza quei soldi, la Regione è pronta a uscire dalla societa’ che gestisce l’Expo”.
A cura di Redazione
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"Non serve una nuova legge, ma un decreto del governo per dare al commissario unico Sala i poteri che già gli spetterebbero per legge. Inoltre il governo deve mettere i soldi per le opere che finora ha promesso, ma mai dato". È questo uno dei passaggi più significativi della lunga intervista che il Governatore della Lombardia Roberto Maroni rilascia a La Repubblica dopo i clamorosi sviluppi dell'inchiesta sui lavori dell'Expo 2015 di Milano. Secondo l'esponente leghista ora la palla passa dunque al Governo che deve muoversi in fretta, "nominando la task force che aveva annunciato e mettere sessanta milioni per coprire la quota della Provincia". "Senza quei soldi",  avverte Maroni, "la Regione è pronta a uscire dalla società che gestisce l'Expo", soprattutto perché il Governo deve mettere in campo ogni sforzo per fare "tutto ciò che serve perché i lavori si facciano nei tempi previsti".

Sulla questione dei controlli, l'ex segretario della Lega Nord è chiaro: "Il sistema dei controlli sulle infiltrazioni mafiose è molto efficace. Abbiamo ridotto i tempi, non i controlli. Quello che serve è che le persone che hanno responsabilità non siano indotte in tentazione a dare lavori fuori dal sistema delle regole". In ogni caso, "non si tratta di un virus né di una nuova Tangentopoli, ma dell'attitudine di qualcuno a cedere all'interesse di parte […] Anche se è ancora da dimostrare se quanto è emerso sia frutto di millantatori che avevano effettivamente capacità di influenzare delle scelte o no".

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