Maroni in Procura: “La Lega si costituirà parte civile”
La Lega come partito non ha nessuna colpa e i personaggi coinvolti nell'affare Belsito hanno approfitto della buona fede di Bossi e lo hanno raggirato, sembra questa in buona sostanza la versione difensiva dei leader del Carroccio che scaricano le responsabilità dello scandalo che ha investito le casse del partito sui pochi personaggi fin qui coinvolti. La versione è stata ribadita nei discorsi di ieri sera durante la festa dell'orgoglio padano e anche questa mattina da uno dei componenti del triumvirato, Roberto Maroni.
Maroni in Procura a Milano – Tesi che oggi l'ex Ministro dell'interno ha confermato recandosi in Procura a Milano per parlare con i Pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano, titolari dell'inchiesta sui rimborsi elettorali della Lega, alla presenza del procuratore aggiunto Alfredo Robledo. L'incontro chiesto dagli stessi vertici del Carroccio è servito per chiarire la posizione dei leader del partito che hanno ribadito di voler dare ogni collaborazione possibile agli organi giudiziari mettendo a disposizione tutta la documentazione richiesta.
Una società di revisione dei conti controllerà la situazione patrimoniale della Lega – Parlando con i giornalisti Maroni ha ribadito che "è stata raggirata la buona fede di Bossi" e ha detto che la Lega "è pronta a costituirsi parte civile in un eventuale processo". "La nostra intenzione è fare pulizia e chiarezza" ha detto Maroni, il quale ha spiegato che dopo la sua nomina alla guida del partito insieme al nuovo tesoriere, Stefano Stefani, ha dato incarico alla società di revisione Price Waterhouse di verificare la situazione patrimoniale della Lega. Operazione trasparenza sui conti e i finanziamenti del partito nelle file del Carroccio, dunque, ribadita davanti ai Pm nella "visita di cortesia".
Dai Pm napoletani atti alla Corte dei Conti – Intanto però dalla Procura partenopea, dove indagano su un altro filone dell'inchiesta sui rimborsi elettorali della Lega, il procuratore aggiunto Francesco Greco ha trasmesso gli atti anche al procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania, Tommaso Cottone, perché si ipotizza anche il reato di danno erariale in quanto i soldi spesi erano denaro pubblico. Un atto dovuto perché stabilito dal protocollo d'intesa siglato tra la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti su vicende dove viene sperperato denaro pubblico per altri fini.
Il dibattito sui rimborsi elettorali – E proprio sul finanziamento ai partiti e sui rimborsi elettorali Maroni si è inserito nel discorso che in questi giorni anima il dibattito politico soprattutto nella maggioranza. L'ex Ministro ha chiarito che lui sarebbe favorevole a metodi di autofinanziamento come il cinque per mille, ma anche precisato "che è giusto garantire ai gruppi parlamentari e ai gruppi nelle istituzioni le risorse necessarie" per portare avanti la loro opera.