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Maroni a Che tempo che fa: nessuno scontro con Bossi, ma bisogna riformare la Lega

Necessità di fare congressi all’interno della Lega nord, ma pace fatta con il leader Umberto Bossi. Così, l’ex-ministro Roberto Maroni risponde a Fabio Fazio a Che tempo che fa: il divieto di comizi è stato revocato “si vede che sto antipatico a qualcuno in alto nel partito”
A cura di Alessio Viscardi
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Maroni a Che tempo che fa

Lo scontro tra Roberto Maroni e il leader padano Umberto Bossi sembra archiviato nelle parole dell'ex-ministro dell'Interno a Che tempo che fa, la trasmissione di Fabio Fazio su Raitre. “Condivido la richiesta di fare il congresso arrivato con forza dalla base e dai militanti che mi esprimevano affetto. Il congresso è una via importante e giusta perché è la via della democrazia interna” ha detto Maroni dopo la bufera scatenata nella giornata di ieri dalla notizia secondo cui i vertici della Lega nord avevano vietato qualsiasi comizio in cui lui fosse presente da solo.

“Non so da dove sia arrivato l'ordine, forse c'è qualcuno a cui non sono simpatico, nei piani alti della Lega”, Maroni afferma che il veto ai comizi che era stato deciso nei suoi confronti ha generato “una risposta d'affetto e oltre 200 inviti a partecipare a comizi”. Sarebbe questa reazione spontanea ad aver spinto Umberto Bossi a ritirare il provvedimento. “Da domani riprenderò a incontrare i militanti” promette l'ex-ministro.

“Colpito da una fatwa incomprensibile” ribadisce Maroni, che si chiede: “cosa c'è di peggio di non poter incontrare i propri militanti, il popolo?”, d'altronde già su Facebook l'ex-ministro aveva risposto ai propri sostenitori: “In molti mi avete chiesto di salutare questa sera il popolo di Facebook! Non era necessario :-) Era già mia intenzione citarvi ! Siete stati grandi!” per poi continuare elogiando la community nata sul social network: “Sono felice che questa pagina, in poche settimane, sia diventata un luogo di confronto libero per la lega degli onesti”.

Roberto Maroni dichiara di aver ricevuto oltre 320 inviti, arrivati da tutto il nord, a manifestazioni pubbliche, incontri e cene organizzate da sezioni della Lega. L'ex-ministro ha già annunciato che andrà meno a Roma per seguire il territorio, ma dai “vertici” arrivano inviti ad essere “più cauto in questo momento così delicato”. Lo stesso Umberto Bossi, sulle colonne de La Padania, aveva scritto: “Così diventerà chiara a tutti la strumentalizzazione fatta montare dalla stampa, dai giornali fantasma. Chi dà ascolto a questi intermediari confusionali rimarrà deluso”.

Eppure, divisioni di vedute tra Bossi e Maroni emergono chiare dall'intervista rilasciata a Fabio Fazio: “Se il Pdl è in maggioranza e noi in minoranza, a mio avviso l'alleanza per le amministrative è innaturale. Credo che la Lega debba andare sola alle amministrative ma è un'opinione personale”. Eppure, la pace viene sbandierata in prima serata: Bossi mi ha chiamato e mi ha detto che non sapeva di questa cosa. Io non so ricostruire il retroscena, non mi interessa, so che c'è stata una decisione e poi è stata revocata sull'onda dell'affetto dei militanti verso di me”.

“Non c'è alcuno scontro con Bossi da parte mia. Ieri è stata scritta una pagina importante perché si è levata la voce della base, che si è fatta sentire in maniera molto forte”, ma sui fondi della Lega investiti in Tanzania, l'ex-ministro è duro: “Non conosco i motivi, abbiamo chiesto spiegazioni perché le risorse non sono utilizzate per le sezioni per far politica. sarebbe una cosa ovvia”.

Sulle liberalizzazioni decise dal governo Monti, Maroni risponde deciso: “Con tutte le lobby bisogna essere coraggiosi ma rispetto ai taxi più che aumentare le licenze credo che i comuni devono organizzare meglio il servizio” mentre sull'operato del professore è critico: “Contestiamo il governo Monti per le cose che ha fatto: ha sostituito equità-crescita-rigore, che erano le parole d'ordine, con tasse-tasse-tasse”. Critiche soprattutto alle proposte sul dare cittadinanza italiana ai figli degli immigrati e di scarcerare alcuni detenuti: “Lo ius soli, una specie di indulto… tutte cose per noi negative”.

Altrettanta decisione, Maroni la mette sull'ipotesi che Renzo “Trota” Bossi possa succedere al padre alla guida della Lega: “La questione non si pone… soprattutto non si pone in questa sede”.

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