Dopo la condanna in appello a 4 anni di carcere e a 5 di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale nel processo Mediaset – diritti tv, e dopo la richiesta di Ilda Boccassini di 6 anni di reclusione per concussione e prostituzione minorile nel processo Ruby, Silvio Berlusconi vive una delle fasi più delicate del suo percorso giuridico, con il livello di scontro con la magistratura che non è mai stato così alto. Su tali questioni si è espressa, con toni durissimi, anche la figlia Marina Berlusconi, di solito poco incline a rilasciare dichiarazioni ad effetto alla stampa. In una intervista al settimanale Panorama, la Presidente di Fininvest e Mondadori non usa mezze misure e attacca l'operato della Procura milanese:
"Il processo Ruby? Quello non è un processo, è una farsa che non doveva neppure cominciare. Le presunte vittime negano, o addirittura accusano l’accusa. I testimoni dei presunti misfatti non ne sanno nulla. Di prove neppure l’ombra […] Hanno lavorato per anni, hanno accumulato lo sproposito di 150 mila intercettazioni, hanno raccolto quintali di verbali, hanno vivisezionato in modo morboso e vergognoso la vita di mio padre e tutto per realizzare non un processo, ma una fiction agghiacciante ad uso e consumo di media molto compiacenti. Certi interrogatori, nella loro sconcertante insistenza, facevano pensare ben più al voyeurismo che alla ricerca della verità. Finirà tutto in una bolla di sapone, come sempre, ma all’associazione della gogna non importa nulla di come andrà a finire, interessa solo la condanna mediatica".
Del resto, secondo Marina Berlusconi, quello in corso è un vero e proprio "assedio", con un obiettivo chiaro: "Colpire una volta di più mio padre, come politico, come imprenditore, ma anche nella sua dignità di uomo […] e con attacchi al patrimonio, come quell’esproprio da 564 milioni per la vicenda del Lodo Mondadori (il risarcimento fissato in favore della Cir di De Benedetti, ndr) […] e la sentenza sul divorzio, con la cifra fissata che mi pare dimostri come ogni senso della realtà e della misura sia stato ampiamente superato”.
C'è ovviamente spazio anche per qualche considerazione sulla politica italiana, con la Berlusconi che non usa parole concilianti nei confronti del Movimento 5 Stelle e di quella parte di sinistra che "ha preferito illudersi che altri provvedessero, in altri modi. Si è consegnata così alle procure e a determinati gruppi editoriali, ma ha fatto anche di più: ha perfino inseguito un ex comico che straparla di golpe, sperando che fosse lui a toglierle finalmente le castagne dal fuoco". E proprio su Grillo il giudizio è tranchant: "Per Grillo e i suoi guardiani della rivoluzione parlerei di nullismo, con l'antiberlusconismo e con il loro essere antitutto tentano di mascherare il nulla assoluto di programmi e proposte. La politica avrà mille colpe, ma non può finire nelle mani di un gruppo di dilettanti, o replicanti, allo sbaraglio".