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Caso Boccia-Sangiuliano

Sangiuliano si difende: “Ho bloccato la nomina quando la storia è andata oltre”. Ma lei lo chiama: “Basta bugie”

La versione del ministro Sangiuliano su Maria Rosaria Boccia sembra far acqua da tutte le parti. “Quando la nostra reciproca stima professionale è diventata un fatto privato ho fermato la nomina”, dice lui. Ma lei lo chiama: “Pronta ad applaudirti se la smetti di storpiare la realtà”.
A cura di Giulia Casula
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Dal profilo Instagram di Maria Rosaria Boccia
Dal profilo Instagram di Maria Rosaria Boccia
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La versione del ministro Gennaro Sangiuliano su Maria Rosaria Boccia sembra far acqua da tutte le parti. Nel suo colloquio con Giorgia Meloni, ieri il titolare della Cultura ha ribadito quanto già dichiarato in un lettera, cioè di non aver mai speso un euro dei soldi pubblici per viaggi e soggiorni per l'influencer.

Poche ore dopo, arriva l'ennesima smentita. L'influencer, tramite delle storie su Instagram, rende pubblica una mail ricevuta dalla responsabile della segreteria del ministero contenente le carte d'imbarco sua, di Sangiuliano e quella di una terza persona. A dimostrare, come sostenuto già dalla donna, che il dicastero si occupava di "rimborsare tutte le spese". 

Ma è soprattutto la questione della nomina a far infuriare Boccia. Ieri infatti, Sangiuliano aveva raccontato della sua iniziale intenzione di affidarle il ruolo di ‘Consigliera per i Grandi eventi', ma di aver preferito fare un passo indietro alla luce dei ‘potenziali conflitti di interesse' che il suo staff gli aveva segnalato.

La nomina insomma, non sarebbe mai stata ufficializzata. O almeno questa è la versione restituita dal ministro a una premier che fonti di Palazzo Chigi hanno descritto piuttosto adirata per la faccenda.

Meloni avrebbe insistito con Sangiuliano per farsi assicurare che nessun atto riservato legato all'organizzazione del G7 Cultura, sottoposto a rigidi iter di sicurezza, sia mai finito nelle mani di Boccia. Durante il confronto, durato un'ora e mezza, l'ex direttore del Tg2 avrebbe confermato l'estraneità della donna a qualsiasi procedura o comunicazione sensibile sull'evento organizzato dal ministero.

Ma Boccia a passare per bugiarda non ci sta. La donna, che il 26 agosto pubblicava una delle tante foto in compagnia di Sangiuliano ringraziandolo per l'incarico appena assunto, ha reso noti altri elementi che avvalorerebbero la sua versione. Per primo un audio di una conversazione con uno dei dirigenti di via del Collegio Romano, Antonio Mazza, in cui l'influencer gli comunica di "essersi già interfacciata con il suo collega Alessandro Ferrari", ossia uno dei membri dell'entourage di Sangiuliano.

Boccia dice di aver ricevuto una mail da Ferrari, di cui allega una prova. Lo screenshot della missiva ricevuta dai due funzionari  a oggetto "Contatti Gabinetto Ministero della Cultura" e con su scritto: "Gentilissima dottoressa Boccia, dando seguito a quanto anticipato per le vie brevi poco fa, le allego i contatti miei e del mio collega per qualsiasi esigenza legata alla sua nomina quale Consigliere del ministro ‘Per i Grandi eventi".

Il caso degli occhiali-spia con cui Boccia riprendeva le stanze di Montecitorio

C'è un altro elemento interessante nell'affaire che coinvolge il ministro Sangiuliano. Come segnalato dal Fatto quotidiano, nel profilo Instagram di Maria Rosaria Boccia è possibile consultare un lungo archivio di storie in evidenza che testimoniano i mesi passati a fianco del ministro.

Tra le immagini, spiccano alcuni video realizzati dalla donna con un noto brand di occhiali dotati di una piccola telecamera e microfono incorporati. Boccia dunque, mentre si aggirava per Montecitorio, fotografava con i suoi occhiali stanze e spazi, che per ragioni di sicurezza è vietato riprendere.  Dal canto suo, la donna ha voluto difendersi, specificando che, quando gli occhiali sono in funzione, un piccolo Led bianco disposto vicino a una delle lenti si accende e dunque di non aver fatto "nulla di illegale".

Sangiuliano si sfoga: "Cosa credete che facesse Salvini con Isoardi?"

A colloquio con la Stampa, il ministro avrebbe detto di non capire come si possa chiederne le dimissioni. "Non ho fatto nulla di male né a livello giuridico né a livello istituzionale". Nel frattempo, dentro Fratelli d'Italia c'è chi prova a difendere Sangiuliano derubricando la vicenda a ‘semplice gossip'.

Sui rimborsi spese per le trasferte fatte in compagnia della donna, Sangiuliano avrebbe assicurato di essere pronto a pubblicare "tutto, ricevute ed estratti conto relativi a tutti i posti in cui siamo stati insieme, da Taormina a Polignano, da Sanremo a Milano". Spese che assicura di aver pagato completamente con la sua carta di credito personale.

E anche le carte d'imbarco, "non le ha fatte la segretaria del ministero, ma io direttamente dal pc o dall'Ipad", avrebbe ribadito. Sulle auto blu, "lei ci è salita sempre e solo con me, mai da sola. Sempre per brevi tragitti".

Con le sue dichiarazioni, Sangiuliano sembra confermare l'esistenza di una relazione privata con la donna. "Aveva il curriculum e le carte in regola per svolgere quel ruolo, ma quando la nostra reciproca stima professionale è diventata un fatto privato ho ritenuto di dover fermare tutto", avrebbe ammesso.

Nel suo sfogo, il ministro si sarebbe lasciato andare a riferimenti e frecciatine nei confronti dei colleghi di governo: "Cosa credete che facesse Salvini con la Isoardi? E poi con la Verdini, anche prima di stabilizzare la loro relazione? E Franceschini con la Debiase, prima che diventasse sua moglie?", avrebbe domandato salvo poi correggere il tiro successivamente.

"Con riferimento alle dichiarazioni riportate questa mattina dal quotidiano ‘La Stampa’, nel riaffermare tutta la mia stima e amicizia nei confronti del Vicepremier Matteo Salvini, noto con rammarico che un mio ampio ragionamento sull’obbligo che noi abbiamo di utilizzare per i nostri spostamenti solo auto poste a tutela dell’autorità, per cui chi ti accompagna deve essere con te, è stato travisato", è la nota diffusa dal MiC. "Non era certamente mia intenzione attaccare l’onorevole Salvini, di cui ho massima considerazione e i cui comportamenti da sempre per me sono irreprensibili", ha aggiunto Sangiuliano.

Affermazioni che Maria Rosaria Boccia preferisce non commentare, ma in una storia Instagram sembra rivolgersi direttamente a Sangiuliano, facendo intendere di averci avuto un confronto nelle ultime ore. "Te l'ho detto ieri pomeriggio al telefono e te lo ripeto stamattina: sono pronta ad applaudirti se la smetti di storpiare la realtà per coprire gente che non merita i tuoi sani valori: lealtà, rispetto, responsabilità", scrive.

E infine la richiesta da parte dell'influencer: "Gradirei non leggere più dichiarazioni inesatte da parte di una persona che stimo e cui voglio bene".

Le opposizioni premono per le dimissioni di Sangiuliano: "È sotto ricatto?"

Dall'opposizione invece, si intensifica il pressing per ottenere le dimissioni del ministro. "Per quanto tempo un ministro può continuare a mentire agli italiani? È possibile che un rappresentante del governo cambi versione ogni giorno e non sia in grado di spiegare nelle sedi istituzionali i dettagli di una vicenda che sta imbarazzando il governo anche a livello internazionale? Sangiuliano è ancora nelle condizioni di guidare il ministero della Cultura in autonomia o è sotto ricatto?", ha chiesto la capogruppo del Pd nella Commissione cultura della Camera, Irene Manzi.

I nuovi materiali audio pubblicati da Boccia "smentiscono per l'ennesima volta le ricostruzioni che il ministro Sangiuliano sta fornendo sulla vicenda della nomina mai formalizzata di una sua collaboratrice", ha dichiarato Manzi. "Le ricostruzioni che Sangiuliano sta facendo trapelare alla stampa in modi del tutto inconsueti vengono quotidianamente smentite sui social dove una persona esterna all'amministrazione sta pubblicando audio, video e scambi di mail che dimostrano come la segreteria del ministro della cultura abbia lavorato per organizzare i viaggi e i soggiorni di una persona che non aveva alcun titolo per partecipare a missioni istituzionali. E che il gabinetto del ministro e altri uffici del Mic hanno condiviso con questa persona materiale riservato legato all'organizzazione del C7 permettendole di partecipare a riunioni e incontri con funzionari dello stato in cui si parlava anche di questioni economiche. Siamo davanti a una gestione del tutto opaca della cosa pubblica", ha aggiunto.

"Per quale ragione alcuni soggetti privati hanno dichiarato di aver pagato le spese di viaggio e i soggiorni del ministro, della sua scorta e della sua delegazione? Perché quei favori? Serve chiarezza anche su questi aspetti", ha concluso Manzi chiedendo alla premier e al suo ministro di "riferire in Parlamento prima del G7 cultura".

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