Maria Rosaria Boccia smentisce la versione dell’ex marito sul divorzio: “Neanche un centesimo da lui”
Maria Rosaria Boccia smentisce la versione fornita dall'ex marito Marco Mignogna sul divorzio tra i due. Tramite i suoi legali, la donna ha chiesto una rettifica di quanto dichiarato dall'uomo sulla fine del loro rapporto, rendendo pubblici i documenti relativi alla loro separazione.
Più di un mese fa, Mignogna, intervistato da Paolo Del Debbio a 4 di Sera, aveva lasciato intendere di star ancora in attesa di formalizzare il divorzio con l'imprenditrice, da cui si era separato dodici mesi dopo il matrimonio, avvenuto nel 2009. "Se vuole le lascio il numero del mio avvocato che mi sta curando il divorzio dopo dieci anni con la signora, e non dottoressa, signora e ripeto signora", aveva detto.
Frasi che per l'avvocato della donna, davano per assodato "che dopo dieci anni non vi era possibilità di ottenere il divorzio ‘a causa' della Dott.ssa Boccia". Per sconfessare l'ex marito, Boccia ha allegato la "copia della sentenza di divorzio" in cui "può evincersi come la cessazione degli effetti civili sia avvenuta nell'ormai lontano 2017, mediante un accordo consensuale non appellato da nessuna delle parti e, sulla scorta del quale la Boccia non percepisce un solo centesimo dall'ex marito", ha dichiarato l'avvocato.
Secondo quanto riferito dal legale dunque, la fine del matrimonio sarebbe stata ufficializzata nel 2017. Eppure, l'avvocata di Mignogna, Rosalba Cirillo aveva raccontato una versione differente, secondo cui in realtà il divorzio sarebbe rimasto in stallo per diversi anni a causa di un errore di trascrizione.
Nel documento di cessazione degli effetti civili del matrimonio, la data di nascita attribuita a Boccia sarebbe risultata sbagliata e questo avrebbe impedito di trascrivere il codice fiscale corretto e quindi convalidare il divorzio. Un intoppo rimasto per diverso tempo irrisolto perché la donna, aveva spiegato la legale dell'ex marito, non si sarebbe mai presentata in Tribunale. "Ci avremmo messo un secondo a correggere l’errore del codice fiscale di Boccia ma lei non si è mai presentata al Tribunale di Nocera per ritirare le carte e procedere alla correzione", aveva spiegato Cirillo al Corriere della Sera.
Ora Boccia ha deciso di intervenire e nella richiesta di smentita, ha chiesto che venga dato "lo stesso spazio, e le stesse indicizzazioni, sia su carta stampata che online, mediante un titolo che faccia comprendere quanto indebitamente subito", allo scopo di "stabilire la verità ed evitare che vi siano ulteriori falsità diffamatorie".
A cause delle ripercussioni procurate "da tali menzogne", Boccia starebbe vivendo "un perdurante stato di ansia ed agitazione, giungendo suo malgrado al radicale cambiamento delle proprie abitudini di vita ed avendo persino difficoltà ad uscire di casa per vivere la propria quotidianità", ha concluso il legale.