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Caso Boccia-Sangiuliano

Maria Rosaria Boccia parla del caso Sangiuliano: “Io ingannata, il potere strumentalizza la mia storia”

Maria Rosaria Boccia, coinvolta nel caso che ha avvicinato alle dimissioni il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha commentato la vicenda sui social: “Sono stata ingannata, ma non permetterò che la mia storia venga strumentalizzata dal cinismo, dall’arroganza e dal capriccio di un potere tirannico”.
A cura di Luca Pons
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Immagine a destra dal profilo Instagram di Maria Rosaria Boccia
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Maria Rosaria Boccia, nota alle cronache in quanto coinvolta in un caso che negli ultimi giorni ha scosso il governo e la politica italiana, avvicinando alle dimissioni il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha commentato la vicenda sui social – per la prima volta in modo aperto, mettendo da parte (quasi del tutto) i toni criptici utilizzati dall'inizio del caso. La donna, che ha avuto una relazione con il minsitro, ha criticato il modo in cui la sua storia è stata usata dal "potere".

"Ho inizialmente mantenuto il silenzio stampa per rispetto delle istituzioni. Ho scelto di parlare solo quando il vaso delle menzogne era ormai colmo, limitandomi a contestare le falsità per difendere la verità", ha affermato.

"Oggi vengo accusata di essere una ricattatrice, ma in realtà non sono io ad aver creato il ricatto. Sono coloro che occupano i palazzi del potere ad esercitarlo. In questo contesto, il potere ha spinto il ministro alle dimissioni per poi respingerle, all’interno di una strategia cinica volta a tenere in ostaggio la cultura italiana in un momento di visibilità internazionale". Non è chiaro se il riferimento al "potere" sia rivolto direttamente alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha respinto personalmente le dimissioni di Sangiuliano, o se si tratti di un termine usato in senso più ampio.

Boccia ha continuato: "Non sono io a esercitare ricatti o pressioni; altri hanno sfruttato con mentalità meschina una vicenda umana che sta avendo ripercussioni dolorose su di me. Sto difendendo la mia dignità e il mio modo di essere donna". E ancora: "Sono stata ingannata, ma non permetterò che la mia storia venga strumentalizzata dal cinismo, dall’arroganza e dal capriccio di un potere tirannico".

La donna ha concluso attaccando anche i giornali e i telegiornali che hanno parlato del caso, e nuovamente ha fatto riferimento a una "altra persona" che avrebbe manipolato la vicenda: "La stampa mi ha definita in molti modi: influencer, accompagnatrice, sartina, “una che si vuole accreditare”, millantatrice, la Anna Delvey della politica italiana, aspirante collaboratrice, consolatrice, badante, e “un amore culturale”. Ma chi ha davvero fatto gossip: io, lui, o ‘l’altra persona', sfruttando un momento strategico per il Paese?".

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