video suggerito
video suggerito

Maria Angela Danzì (M5S): “Salute mentale è un’emergenza europea, ora diventi prerogativa pubblica”

Eurodeputata dal 2022, Maria Angela Danzì (M5S) si ricandida alle elezioni europee 2024. Le sue priorità sono la pace e la tutela della salute mentale, ma anche i diritti civili e l’efficientamento energetico.
A cura di Matilde Peretto
65 CONDIVISIONI
Maria Angela Danzì (foto presa da Facebook)
Maria Angela Danzì (foto presa da Facebook)

Maria Angela Danzì si ricandida. È membro del Parlamento europeo con il Movimento 5 Stelle dal 2022, quando è subentrata al posto di Eleonora Evi (diventata membro della Camera dei Deputati). Nell'Eurocamera è membro titolare della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, ed è anche membro supplente nella Commissione per i bilanci e la Commissione per lo sviluppo regionale. Intervistata da Fanpage.it ha elencato gli obiettivi che è riuscita a raggiungere in questi anni e quelli, invece, su cui si deve fare di più come il diritto alla salute , il raggiungimento dell’uguaglianza delle persone Lgbtqia+ e l'efficientamento energetico.

Tra i temi che le stanno più a cuore ci sono la salute mentale che, secondo Danzì, deve "diventare prerogativa pubblica". L'esponente del M5S afferma di aver puntato l'attenzione su questo tema perché è "un problema in continua crescita, che non risparmia classi sociali, che riguarda tanto i giovani, sempre più chiusi nei loro problemi, quanto gli adulti". Fondamentale per lei anche la pace nel mondo, raggiungibile creando una Difesa europea comune: "La pace non è un'utopia, ma una strategia".

Quali sono i temi principali, secondo lei, da portare in Europa?

Pace, salute, ambiente, benessere animale, giovani, diritti, sono le mie priorità. Sono i temi del nostro programma: qui ne voglio trattare due, quello della pace e quello della salute, che tengono insieme tutto.

La pace non è un’utopia, ma una strategia. Lo abbiamo detto sin da subito sulla guerra in Ucraina. La soluzione non erano le armi, ma la diplomazia. Come Movimento pensiamo che la Difesa comune europea debba essere centrale nella ridefinizione dell’Europa, ma diciamo anche che deve essere uno strumento di peacekeeping, ruolo che questo continente, e l’Italia in particolare, ha tra le ragioni fondatrici.

Con il conflitto alle porte dell’Unione Europea abbiamo visto come la nostra dipendenza da altri paesi in campo energetico può essere un problema cruciale. Una dipendenza che spesso ci pone di fronte a contraddizioni dal momento in cui siamo legati a governi che non rispettano i diritti umani che devono essere criterio centrale di ogni nostra politica.

Il tema della salute ne comprende tanti altri, forse tutti. One Health è il significativo nome dell’approccio europeo: la salute è una sola. Comprende il benessere dell’ambiente, degli animali e degli esseri umani. In quest’ottica, per esempio, il consumo di suolo e ogni opera pubblica devono avere come principio guida le conseguenze che avranno sulla salute dei viventi, esseri umani, fauna, flora. Quello che mangiamo, e come e dove viene coltivato o allevato, è importante tanto quanto la qualità dell’aria che respiriamo.

La tutela della salute dovrebbe essere prerogativa pubblica per noi. Io ho puntato l’attenzione sulla salute mentale, un problema in continua crescita, che non risparmia classi sociali, che riguarda tanto i giovani, sempre più chiusi nei loro problemi, quanto gli adulti.

Quali sono gli interventi, i finanziamenti e i progetti che servono alla tutela della salute mentale?

In Europa, secondo i dati di Unicef, oltre 11 milioni di giovanissimi sotto i 19 anni soffrono di problemi di salute mentale. Per l’Eurocamera sono 150 milioni gli europei che ne soffrono. A dicembre, in plenaria, abbiamo votato il report sulla salute mentale, finalmente riconoscendo nella tutela del benessere emotivo, psicologico e sociale dei cittadini europei una priorità. Io ho presentato 60 emendamenti e con grande orgoglio posso affermare che il testo ne riprende molti: l’invito ai Paesi membri a presentare e adottare una strategia nazionale di prevenzione dei suicidi, il potenziamento della ricerca sull'interazione tra farmaci, alcol e sostanze stupefacenti e gli effetti sulla salute mentale e, infine, il supporto psicologico agli studenti nei programmi di scambio.

La salute mentale è stata per troppi anni sottovalutata o addirittura ignorata dai sistemi sanitario nazionali e questo ha contribuito a causare, assieme ad altri fattori, un boom dei disturbi psichici. Adesso passiamo dalle parole ai fatti perché quella della salute mentale è un’emergenza europea.

Da quando è eurodeputata, quali obiettivi si sente di dire che sono stati raggiunti?

A marzo 2024 il Parlamento ha adottato la propria posizione sulla modifica alla direttiva quadro rifiuti che rende obbligatoria in tutta l’Europa la raccolta differenziata dei prodotti tessili. Ad aprile è stata finalmente approvata la normativa sull’ecodesign per prodotti più sostenibili, riutilizzabili e riciclabili. Con le imprese, le associazioni di categoria e le scuole del comparto Comasco ho portato avanti una battaglia per una etichettatura di garanzia del tessile Made in Italy, per una qualità dei tessuti per tutti, non solo per chi si può permettere abiti costosi.

Importante è stata anche la battaglia per ridurre la plastica che ci soffoca negli imballaggi e via via nella catena alimentare e per proporre modelli di sviluppo compatibili con la natura e l’ambiente e con le vocazioni dei territori. Inoltre, con associazioni ambientaliste e con imprenditori sensibili ho presentato diversi emendamenti utili davvero nell’efficientamento energetico, nella transizione necessaria e possibile.

Sulle “case green” lei ha detto che si batterà per “continuare a smontare le fake news” che le riguardano. Cosa si deve fare in Italia per far funzionare la normativa sulle “case green”?

Si continuano a dire fake news per spaventare i cittadini e non ne capisco il motivo. L’adeguamento degli stabili a parametri più rispettosi dell’ambiente è un investimento perché migliora la qualità di vita di chi vi abita e perché riduce le dispersioni e i consumi, con un risparmio nelle bollette. Oltre ad aumentarne il valore di mercato. Invece di aiutare i singoli e le imprese a muoversi al meglio, i disfattisti seminano terrore.

Il Movimento 5 Stelle condivide gli obiettivi della direttiva europea per l’efficientamento energetico degli edifici. Edifici con classi energetiche più alte comportano un aumento del loro valore, un risparmio in bolletta per i cittadini e meno inquinamento. A me tutto questo non sembra un libro dei sogni, ma la realtà che già vivono sulla loro pelle molti cittadini in tutta Europa e in Italia grazie al Superbonus. È evidente tuttavia che bisogna fare i conti con la realtà. Non possiamo cambiare il parco edilizio del nostro Paese dall’oggi al domani: servono gradualità e politiche come il Superbonus che si sono rivelate pioniere in Europa.

Oggi in Italia gli edifici rappresentano il 40% dei consumi energetici e il 36% delle emissioni nocive, è dunque necessario intervenire così come ci indica l’Europa. Anziché negare questa realtà il governo Meloni batta i pugni in Europa per ottenere un nuovo debito comune europeo al fine di sostenere incentivi e investimenti. La nostra proposta è quella di un Recovery Fund strutturale che finanzi la transizione energetica anche in questo campo

Quali, invece, gli obiettivi che hanno la priorità ma che non sono ancora stati raggiunti? E come raggiungerli?

Per garantire il diritto alla salute è fondamentale procedere a una revisione dei trattati: per noi la salute deve diventare una competenza concorrente tra Unione e Stati Membri. I campi di intervento sono numerosi: dalla ricerca sulle malattie rare alla resistenza antimicrobica, dai vaccini all’acquisto congiunto di medicinali critici.

Purtroppo la riforma del settore farmaceutico europeo non prevede una filiera europea di ricerca e produzione dei farmaci necessari anche a chi è portatore di malattie rare, considerate non remunerative dai privati. Avevamo anche chiesto la razionalizzazione delle competenze delle varie agenzie che hanno molti compiti e troppo spesso sovrapposti. Purtroppo questo emendamento è stato bocciato, ma noi non ci arrenderemo così.

Bisogna poi fare di più sui diritti civili e trasformare in provvedimenti legislativi la strategia per l’uguaglianza delle persone Lgbtqia+: il 43 per cento denuncia di subire discriminazioni e non è accettabile. In questi giorni ho firmato con piacere una richiesta d’impegno sottoposta dell’Arci Gay, ma tutti gli altri diritti civili sono sotto scacco: dal 2008 gli Stati governati dalle maggioranze di destra bloccano in Consiglio la direttiva sul principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale.

Infine, di cosa hanno bisogno i cittadini italiani nell’Europa che voi del M5S proponete?

L’Unione Europea deve diventare davvero un’unione sociale e lo può e lo deve fare ridefinendo le colonne del welfare comunitario: per esempio la prossima legislatura dovrà agire sui criteri di parità retributiva, stabilendo i criteri dei redditi minimi e istituendo un reddito di cittadinanza, per affrontare il diffuso fenomeno del dumping sociale e salariale. In Italia quello del salario è un tema importante, i salari sono fermi al 1990, anzi secondo i dati Ocse oggi si guadagna meno di allora, i salari reali sono addirittura scesi, unico caso in tutta Europa.

Altra priorità, sempre in questo campo, è la formazione dei giovani, ma anche degli adulti, per fornire le competenze specifiche richieste dal mercato del lavoro che sta cambiando velocemente, dopo la pandemia e per effetto della doppia transizione ecologica e digitale.

65 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views