Mare Nostrum compie un anno: 150mila migranti assistiti, 100mila salvati in mare
Il 18 ottobre del 2013 e sulla scia delle tragedie avvenute nei giorni precedenti al largo di Lampedusa, il Governo dava il via libera all'operazione Mare Nostrum. Un progetto contestatissimo, soprattutto da parte dell'opposizione parlamentare, ma che ha portato a casa risultati indiscutibili, grazie al lavoro congiunto di Marina militare, Aeronautica militare, Polizia, Carabinieri e Capitaneria di porto e all'utilizzo di 32 navi militari, 2 sommergibili, elicotteri ed aerei da ricognizioni. I dati, riportati dal ministero dell'Interno, sono del resto eloquenti: "Sono stati soccorsi in mare poco meno di 100.000 migranti, dei quali quasi 9000 minorenni, mentre si calcolano quasi 3.000 tra vittime e dispersi. Sul fronte del contrasto, sono stati arrestati oltre 500 scafisti e sequestrate 3 navi ‘madre', cioè quelle che trasportano i migranti a una certa distanza dalle coste per poi abbandonarli".
Ora però Mare Nostrum si avvia ad una lenta dismissione, mentre dal primo novembre entrerà in azione Triton, l'operazione che avrà la regia unitaria di Frontex e che vedrà la partecipazione di 20 Paesi europei per la sicurezza della frontiera europea (va ricordato che non si tratta di una operazione "sostitutiva" nel controllo dei confini italiani, questione che resta ovviamente di competenza esclusiva di Roma). Un avvicendamento salutato con soddisfazione dal ministro Alfano che, nel ricordare gli ottimi risultati di Mare Nostrum (che hanno procurato all'Italia "l'apprezzamento internazionale") ha spiegato come sia necessaria l'uscita "dalla logica emergenziale" dalla quale è nata l'operazione italiana: "Ovvio che dopo la dismissione di Mare Nostrum l'Italia continuerà a non sottrarsi ai suoi doveri di search and rescue previsti dal diritto internazionale e dai principi umanitari, ma non potremo avere 2 linee di difesa, una a 30 miglia e una più avanzata sulle coste africane". Quindi, Mare Nostrum non potrà convivere con Triton e sarà chiusa.
Resta invece in piedi la controversa (e per molti versi discutibilissima) operazione Mos Maiorum, che vede il "contrasto agli interessi criminali legati ai flussi migratori" anche attraverso la schedatura dei "movimenti secondari sulle frontiere interne" che sta portando a schedature e raccolta di informazioni soprattutto all'interno del nostro Paese.