Marcucci (Pd): “Berlusconi mostra senso istituzionale. Si apre fase nuova, ora dialoghiamo con Fi”
L’ipotesi di una nuova maggioranza è argomento di discussione nelle stanze della politica da giorni. L’atteggiamento, in parte collaborativo, mostrato da Forza Italia nei confronti del governo durante l’emergenza Covid sembra essere stato apprezzato dalle forze di maggioranza. E la dimostrazione arriva anche dalle parole del capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, che intervistato da Fanpage.it sottolinea come sia cambiato l’atteggiamento di Silvio Berlusconi, presidente forzista, in ottica europeista durante l’emergenza sanitaria. Per Marcucci, che si dice d'accordo con l'apertura mostrata da Romano Prodi nei confronti di Fi, ora “comincerà una fase nuova” per il Paese e l’ipotesi di una maggioranza diversa non è da scartare, magari superando “gli schemi classici”, come afferma lo stesso presidente dei senatori dem. In questa fase può essere utile anche l’apporto di Fi: “Il senso istituzionale di Berlusconi” in questi mesi è stato apprezzato e ora si può pensare a un dialogo “sul futuro”, anche se non rientra in “uno schema di maggioranza classico”. Una sorta di collaborazione istituzionale, in cui far rientrare tutti i partiti europeisti, come Azione e +Europa, considerando anche i numeri traballanti del Senato. Una collaborazione che non sarà indispensabile sul Mes, su cui secondo Marcucci si troverà l’accordo nel governo, ma che potrebbe anche arrivare all’elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Prodi invita le forze europeiste a collaborare: può davvero nascere un’intesa con Forza Italia?
Mi pare che le dichiarazioni di Silvio Berlusconi in questo ultimo periodo sull’Europa siano inequivocabili. Il suo impegno sul Recovery Fund anche con il Partito Popolare, anche con la cancelliera Merkel, è indubitabile.
Forza Italia, a suo parere, può entrare nella maggioranza? Auspica che questo avvenga?
Credo si debbano superare gli schemi classici. Con il Consiglio europeo dei prossimi giorni, comincerà una fase nuova. Io penso alla straordinaria partita delle riforme che aprirà una grande opportunità in Italia. Ecco, in quel contesto le idee ed i valori di una parte di Forza Italia, rimasta legata al Cavaliere, possono essere di grande utilità.
Dopo anni di guerra aperta a Berlusconi e Fi, cosa è cambiato in questi ultimi tempi per portare anche esponenti come Prodi a rompere questo tabù?
Il senso istituzionale di Berlusconi durante la pandemia, l’approccio europeista ora.
Dopo la vicenda, non del tutto chiara, dell’audio riguardante il processo a Berlusconi, Italia Viva ha presentato un’interrogazione in merito: anche il Pd chiederà chiarezza? Anche questa vicenda può influire sui rapporti con Fi?
Chiarezza, sì, è la prima cosa che ho pensato. Ma il dialogo con Forza Italia non deve guardare al passato ma essere orientato al futuro.
Ci sono anche altre forze europeiste che in un momento come questo dovrebbero entrare nella maggioranza? Se sì, quali?
In un contesto nel quale prevarrà sempre di più l’Europa, naturalmente penso anche a Più Europa con Emma Bonino e a Carlo Calenda con Azione.
Il M5s accetterebbe un’alleanza europeista al governo, con l’ingresso di Forza Italia?
Va chiesto a loro naturalmente, certo partendo dal fatto che i numeri del Senato li vediamo tutti.
Un’operazione del genere nascerebbe soprattutto nel tentativo di arginare le forze sovraniste come Lega e Fdi?
Il populismo è l’avversario dell’Italia. Lo è in Europa con molti Stati cosiddetti frugali, lo è da noi con i loro partiti gemelli, Lega e Fratelli d’Italia.
La decisione e il voto sul Mes potrebbero favorire questo percorso? Potrebbe essere il primo passo verso la nascita di un nuovo governo con Fi al suo interno?
Io sono certo che se si arriverà ad un voto sul Mes in Parlamento, non ci saranno problemi di numeri. Vede, io sono convinto che nell’attuale maggioranza i dubbi sul Mes, saranno comunque sciolti.
L’idea di una nuova maggioranza avrebbe anche come obiettivo l’elezione di un presidente della Repubblica europeista?
Le ho detto che non penso ad uno schema di maggioranza classica, comunque il tema dell’elezione di un nuovo presidente della Repubblica è di ‘scuola’. Le Camere riunite devono sempre ricercare una convergenza, la più larga possibile.