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Marco Airaghi, il deputato “costretto” a percepire l’indennità

Deputato da 2 giorni, comunica alla Camera di voler rinunciare all’indennità. Ma gli uffici preposti gli fanno sapere che non si può: a stabilirlo è una legge dello Stato.
A cura di Alfonso Biondi
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Airaghi, deputato del Pdl

Rinunciare all'indennità parlamentare non si può. A scoprirlo è stato Marco Airaghi, da appena 2 giorni deputato del Popolo della Libertà. Airaghi, che  ha preso il posto di Antonio Verro, attualmente membro del Cda Rai, ha detto chiaramente di non voler percepire alcun compenso per l'attività di parlamentare: "La prima cosa che ho chiesto alla Camera– ha spiegato all'Adnkronosè stata la possibilità di non ricevere l'indennità parlamentare. Mi sembra una richiesta logica perché io sto già lavorando per lo Stato italiano alla Difesa". Già, perché Marco Airaghi, laureato in ingegneria meccanica, un compenso dallo Stato lo riceve già, in quanto Direttore generale dell'Agenzia Industrie Difesa.

L'INDENNITA' CHE NON PUOI RIFIUTARE PER LEGGE- Un bel gesto il suo, non c'è che dire, una richiesta che avrà sicuramente lasciato di sasso i funzionari di Montecitorio. E infatti, dopo accurate ricerche, i burocrati della Camera hanno comunicato all'interessato che rinunciare all'indennità non si può, perché è prevista da una legge statale. Ecco quindi la triste scoperta: anche se non vuoi l'indennità devi beccartela a forza. Il neoparlamentare ha comunque chiesto al Presidente Fini di sollecitare gli uffici di Montecitorio affinché fosse fatta chiarezza sull'eventuale incompatibilità tra la carica di deputato e quella di Direttore generale dell'Agenzia Industrie Difesa. Così "se sarà  acclarata un'incompatibilità, potrò fare una scelta" ha concluso Airaghi. Un bel gesto, dicevamo, ma non chiamatelo eroe. E' lui stesso a rifiutare questo appellativo, del quale oggi si abusa spesso e volentieri. "Il mio è un gesto assolutamente personale, non giudico e non valuto gli altri perché l'indennità parlamentare è motivata dalla necessità che un deputato sia indipendente e libero da qualsiasi condizionamento ed è dunque comprensibile" ha commentato Airaghi, sottolineando il timore di strumentalizzazioni demagogiche, populistiche o anticasta che in questo periodo sembrano andare molto di moda.

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