Marattin (Iv) a Fanpage: “Gravissimo cancellare 18App per aiutare le squadre di Serie A con le tasse”
La polemica tra il Terzo polo e il governo non si spegne, e al centro c'è la cancellazione di 18App, unita all'introduzione della cosiddetta norma ‘salva-calcio'. Questa mattina Matteo Renzi ha pubblicato un video in cui, con toni accesi, ha criticato la scelta del governo Meloni. Ai microfoni di Fanpage.it, poi, l'esponente di Italia viva Luigi Marattin ha rincarato la dose.
"Tolgono i soldi per giovani e cultura e nello stesso bilancio li mettono per i presidenti indebitati e spesso incapaci della Serie A", aveva detto Renzi nel suo video. La norma salva-calcio prevede che lo Stato rinunci a incassare subito 889 milioni di euro di tasse, per permettere alle società sportive – soprattutto le grandi società calcistiche – di pagare in 60 rate mensili le imposte che erano rimaste arretrate a causa del Covid.
"Il governo rimanda 889 milioni di tasse al 2027, di tutte le società, dilettantistiche ma anche le grandi società della Serie A, e contemporaneamente cancella per il 2023 230 milioni per 18App", ha detto Marattin a Fanpage. "Quanto sta accadendo è di una gravità che il popolo italiano non ha ancora pienamente compreso, noi faremo qualcosa per spiegarlo".
La norma salva-calcio è un privilegio concesso alle grandi società, ha sostenuto, e per capire perché "basta chiedere ai lavoratori e le lavoratrici con partita Iva in Italia. Loro possono rateizzare 889 milioni di euro di tasse da qui al 2027? Ecco, penso di essermi spiegato".
Secondo Marattin "sono saltati tutti i parametri", perché "sia Andrea Abodi, ministro dello Sport, sia persino Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia, si erano detti contrari alla norma". Invece questa è stata inserita tra gli emendamenti alla legge di bilancio.
Tra le misure messe in atto per trovare gli 889 milioni necessari, c'è anche la cancellazione della 18App, la card elettronica lanciata dal governo Renzi che permette a ogni diciottenne di spendere 500 euro in libri, cinema, teatro, musica o eventi culturali. Vengono tolti i 230 milioni necessari per l'iniziativa, che viene fatta tornare "in forma molto ridotta, con 40 milioni in meno", ha spiegato Marattin.
L'idea del governo, infatti, sarebbe di trasformare la 18App in un bonus destinato ai giovani che si trovano al di sotto di una certa soglia di Isee e che ottengono voti alti alla maturità. "Questi parametri non ci convincono", ha ribadito il parlamentare di Italia viva, "perché quella non è una misura redistributiva".
"Uno Stato che dice ‘quando compi 18 anni ti do 500 euro per spenderli in consumi culturali, che tu sia ricco o povero', è uno Stato che non sta facendo redistribuzione con quello – perché si fa con il sistema fiscale, si fa con un sacco di cose", ha continuato Marattin, "ma sta spingendo un consumo culturale nel momento in cui un ragazzo o una ragazza diventano cittadini maggiorenni di questa Repubblica".
Ora, invece, quei 230 milioni di euro per il 2023 "gli servono per fare cassa, tra l'altro per delle misure assurde". Nella legge di bilancio "stanno entrando delle norme – tra l'altro proposte dal governo, non dall'ultimo dei parlamentari – che sono indefinibili", ha concluso Marattin.