Mara Carfagna dopo l’addio a Forza Italia si candida con Azione di Carlo Calenda
Mara Carfagna ha lasciato Forza Italia per entrare in Azione di Carlo Calenda. La ministra per il Sud lo ha annunciato in un'intervista al Corriere della Sera. "La scelta più difficile, anche umanamente per la riconoscenza che devo a Silvio Berlusconi, è stata quella di lasciare FI – ha raccontato Carfagna sul quotidiano – . Il passo successivo è stato più semplice. Oggi formalizzerò la mia candidatura con Azione di Carlo Calenda, che rappresenta a mio giudizio l’unica proposta politica capace di salvare il Paese da una nuova stagione di estremismi".
Carfagna ha scelto Azione "perché ha una proposta europeista, liberale, garantista, fedele al patto europeo e occidentale, capace di dire la verità agli elettori, di prendere impegni seri e poi di rispettarli fino in fondo, e quindi in sintonia con tutto ciò in cui credo da sempre".
Il leader di Azione Carlo Calenda ha salutato così la notizia: "Benvenuta Mara Carfagna. Mara è un ottimo Ministro per il mezzogiorno e una persona seria e coraggiosa. Entrerà nella segreteria di Azione e ci aiuterà a costruire un grande partito liberale, riformista e popolare per dar voce all’Italia seria. Avanti!".
Quanto all'ipotesi di una alleanza con il Pd di Enrico Letta "la corsa in purezza sarebbe bellissima e anche più facile, ma so bene che le regole del sistema elettorale non la aiutano", ha detto Carfagna. Prima di lasciare FI Carfagna ha "avuto una lunga conversazione con Berlusconi, che ha speso bellissime parole di apprezzamento per il mio lavoro. La stima reciproca rimane intatta. Ma non potevo restare in un partito che, davanti a una scelta di crisi, tra salvare il Paese ed esporlo a un'ennesima avventura, prende la seconda strada senza neanche chiedere: quali sono i rischi per le categorie, per le imprese? Che succede al Piano di Ripresa se revochiamo la fiducia?".
Carfagna ha dato poi un giudicio sulla leader di FdI Giorgia Meloni: "Come ho spesso ripetuto, prendere voti e governare sono due mestieri diversi. Gli estremismi fanno bene il primo lavoro e fanno malissimo il secondo. Le storie parallele del M5S e della Lega, votatissimi nel 2018 e poi naufragati dal Papeete in poi, ce lo confermano. L’Italia alle prese con la crisi del gas, l’Italia do- ve cala il potere di acquisto, della disoccupazione record, degli investitori che fuggono, ha bisogno di gente che sappia governare. Meloni sottoquesto profilo è quantomeno un’incognita".
Quanto al rischio di influenze russe sulla crisi di governo, che dopo l'articolo pubblicato su La Stampa ha acceso i riflettori sulla Lega, "nel 2018, il Contratto di governo stipulato dalla Lega con i Cinque Stelle definiva laRussia ‘interlocutore strategico'. Le relazioni di Salvini eMeloni con Viktor Orbán, che in questo momento è una sorta di quinta colonna russa inEuropa, non sono mai state interrotte. L’ambiguità è nei fatti, non è un’opinione, e ogni timore è fondato".