Manovra, Ufficio parlamentare di bilancio non valida il Def: “Non rispetta le regole”
Arriva la prima bocciatura per il Def: l'Ufficio parlamentare di bilancio non valida le previsioni macroeconomiche 2019 contenute nel quadro programmatico della Nota d'aggiornamento al Def, specificando che "i significativi e diffusi disallineamenti relativi alle principali variabili del quadro programmatico rispetto alle stime elaborate dal panel dei previsori rendono eccessivamente ottimistica la previsione di crescita sia del Pil reale (1,5%) sia di quello nominale (3,1%), variabile quest'ultima cruciale per la dinamica degli aggregati di finanza pubblica". A dirlo è il presidente, Giuseppe Pisauro, davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Il motivo della mancata validazione è da rintracciare nella deviazione "significativa" della regola sul saldo strutturale a cui si aggiunge una deviazione significativa "anche per la regola della spesa": "Nel caso lo sforzo di bilancio per il 2019 venisse confermato nel Documento programmatico di bilancio (DPB) e se tale sforzo fosse giudicato dalla Commissione Ue chiaramente al di sotto di quanto raccomandato dal Consiglio a luglio (aggiustamento strutturale di 0,6 punti), essa potrebbe considerare come ‘particolarmente grave' il mancato rispetto delle regole del Patto".
Il presidente Pisauro ha poi sottolineato che l'incidenza sul Pil degli investimenti dovrebbe aumentarne dall'1,9 per cento del 2018 al 2,3 per cento nel 2021, "obiettivo certamente condivisibile ma particolarmente ambizioso se raffrontato all'andamento recente". Secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio i dati mostrano come gli investimenti presentino tassi di variazione negativi dal 2010 al 2017 e nel 2018 dovrebbero registrare una riduzione del 2,2 per cento a fronte di un incremento previsto nel Def del 2,5 per cento. Nella Nota si programmano invece aumenti degli investimenti del 16 per cento nel 2019, 10,7 per cento nel 2020 e 7,1 per cento nel 2021.
Inoltre ha aggiunto che il nuovo deficit programmatico della Nota di aggiornamento al Def 2018 "incorpora una maggiore spesa per interessi rispetto alle previsioni tendenziali dovuto all'aumento dello spread con gli altri paesi della Ue registrato nei mesi recenti che, tra il 2018 e il 2021, raggiunge complessivamente i 17 miliardi (0,9 punti percentuali di Pil)".
Questa sera è stato convocato il vertice a Palazzo Chigi proprio su Def e manovra. Alla riunione, oltre al premier Giuseppe Conte, partecipano i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell'Economia Giovanni Tria e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.
"L'Upb, organismo indipendente, certifica che il Def si poggia su previsioni macroeconomiche inattendibili. Un provvedimento che impatta drammaticamente sulla vita e sui risparmi degli italiani. Il governo dichiarando la volontà di persistere e andare avanti se ne assumerà tutta la responsabilità di fronte al Paese", è il commento di Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia.
Duro anche Lucio Malan, senatore di Forza Italia e Questore di Palazzo Madama: "L'Ufficio Parlamentare di Bilancio conferma quanto noi diciamo da giorni: la nota di aggiornamento del Def è pura propaganda. Non soltanto, infatti, i soldi che prevede per reddito di cittadinanza e quota 100 sono del tutto insufficienti rispetto ai benefici promessi, ma anche le previsioni macroeconomiche sono taroccate perché facciano risultare una riduzione del debito del tutto inverosimile. I protagonisti del M5S, si trattasse di un altro governo, parlerebbero di falso in bilancio, reato per il quale propongono pene più alte che per l'omicidio, sempre che le commettano altri. Ora, anziché aggredire verbalmente esperti che fanno il loro dovere, come temo faranno, ammettano l'errore e tornino indietro".
È intervenuto su Facebook anche Ettore Rosato del Pd: "L'Ufficio Parlamentare di Bilancio boccia Def e manovra. Un organismo indipendente che non ha mai risparmiato critiche a nessuno. Non è politica, non è un complotto, è matematica, è economia. La stessa matematica e le stesse regole economiche che ogni mese gli italiani usano per far quadrare il bilancio di casa".
Le tensioni in commissione Bilancio
Bagarre durante l'audizione del presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio: la polemica è stata scatenata da Marialuisa Faro, deputata del Movimento 5 Stelle, che ha definito la bocciatura dell'Upb "priva di alcun fondamento scientifico e di profilo puramente politico". La deputata ha insistito quindi sul fatto che i tre componenti dell'Ufficio siano stati nominati dal governo Renzi: sia il presidente Pisauro che i consiglieri, Alberto Zanardi e Chiara Goretti, "collaboratrice di Carlo Cottarelli nel team della spending review".
Il Movimento rilancia le accuse su Facebook: "Ricordiamo bene chi ha nominato Giuseppe Pisauro, Alberto Zanardi e Chiara Goretti, rispettivamente Presidente e consiglieri dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio, organismo teoricamente indipendente che valuta le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del governo. Furono Pietro Grasso e Laura Boldrini nell'aprile 2014, durante il governo Renzi. Cosa potevamo aspettarci da un organismo che risponde ancora ad una ex maggioranza oggi ridotta a rabbiosa opposizione?".
L'opposizione ha reagito subito: "Questo è un processo politico", si è sentito dalla sala Mappamondo. Ad intervenire è stato quindi Luigi Marattin del Partito Democratico: "Qui si tratta un'Autorità indipendente come un nemico politico", ha sottolineato, accusando la deputata 5S di "disprezzo per le istituzioni" e chiamando in causa il presidente della Commissione Claudio Borghi a difesa dei componenti Upb. "Stavo per fermare la collega quando ha fatto la domanda. Spero che abbiate notato che stavo mettendo il dito, visto che tutti guardano al mio il bottone. Non posso entrare nel merito di cosa dicono i colleghi parlamentari, la collega Faro si assume pienamente la responsabilità politica di quello che dice. Invito ad evitare considerazioni personali sugli auditi e a rimanere nel merito", ha risposto Borghi.