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Manovra, Tria: “Reddito di cittadinanza parte dal primo aprile, resta invariata la platea”

Il ministro Tria, durante un’audizione in commissione Bilancio alla Camera, ha detto che lo stanziamento per il reddito di cittadinanza è stato “rivisto al ribasso senza modificarne minimamente la portata. I dettagli saranno inseriti in un decreto che verrà emanato a inizio anno, ma restano inalterati platea e entità massima”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Secondo il ministro dell'Economia Giovanni Tria il reddito di cittadinanza arriverà "dal primo aprile 2019, da fine marzo, inizio aprile". Lo ha detto durante un'audizione in commissione Bilancio alla Camera. Lo stanziamento necessario è stato "rivisto al ribasso senza modificarne minimamente la portata – ha spiegato – sulla base del differimento della misura e dell'affinamento delle stime circa il numero effettivo di richiedenti, lasciando invariata la platea potenziale. I dettagli saranno inseriti in un decreto che verrà emanato a inizio anno" – ha ribadito –ma restano inalterati platea e entità massima". Mentre a proposito della riforma delle pensioni ha detto che la riduzione del fondo per quota 100 nel primo anno non cambia "impianto e impatto della riforma" che permetterà di andare in pensione in anticipo "con 62 anni di età e 38 di contributi senza riduzioni dell'assegno", salvo gli effetti del sistema contributivo.

Il titolare di via XX Settembre ha chiarito che le norme arriveranno a gennaio e che la "riduzione degli oneri non incide sulla portata della misura" che sono "da ricondurre solo ad accorgimenti" come "il divieto di cumulo e il preavviso di 9 mesi per i dipendenti pubblici". Il titolare del Mef ha aggiunto che "rispetto alla prima versione della manovra, l'attuale versione riduce la spesa corrente del 2019 e non lo fa a scapito della spesa per investimenti". 

"Il taglio delle pensioni d'oro porterà a un risparmio totale di 415,26 milioni di euro tra il 2019 e il 2023, di cui circa 80 nel 2019 – ha continuato Tria – E interverremo sulle indicizzazioni rispetto all'inflazione per gli assegni oltre tre volte il minimo. L'adeguamento continuerà a esserci ma sarà progressivamente frenato al salire degli assegni. La riduzione dell'adeguamento all'inflazione" per le pensioni tre volte il minimo sarà di "5,4 euro lordi al mese, 3,4 euro netti. Una perequazione che incide meno rispetto alle leggi vigenti finora" e porterà "2 miliardi di euro nel triennio". 

Inoltre la legge di bilancio conferma la piena sterilizzazione di aumenti Iva "per il 2019 per 12,4 miliardi previsti dall'ultima legge di bilancio del governo Gentiloni. Le clausole sono state portate per il 2020 a circa 23 miliardi e per il 2021 a poco meno di 28,8 miliardi. Confidiamo di poter intervenire per gli anni prossimi come fatto quest'anno, sperando in una maggiore crescita e adeguate coperture, da trovare come quest'anno, anche con fatica". Per Tria la manovra così come modificata al Senato assicura "una compliance con le regole fiscali europee evitando l'avvio che sarebbe stato disastroso di una procedura sul debito". 

La manovra tiene insieme l'intento "di uscire dalla trappola della bassa crescita, stimolando i consumi, dando forte spinta agli investimenti, migliorando le capacità progettuali, e cercando di tutelare le fasce più vulnerabili" e consente "al tempo stesso la compliance con le regole fiscali europee". Sostanzialmente l'accordo con l'Ue ha permesso al governo di raggiungere "il miglior risultato possibile sia dal punto di vista economico finanziario che politico, un risultato che conferma gli obiettivi fondamentali di riforma e politica economica del governo e li riconduce ad un livello di deficit" più basso "di quello preventivato", permettendo "spread più vicino ai fondamentali dell'Italia, di pagare meno interessi e di ridare fiducia a consumatori e investitori". 

Anche il ministro dell'Economia ha confermato il passo indietro del governo sull'Ires: "Si tratta di una tassazione degli enti no-profit che hanno degli utili. Se secondo voi non ci sono utili, allora non ci sono le tasse. Questa comunque è una cosa da chiarire, ciò vuole dire che nessuno verrà colpito dal basso – aggiunge – Ci torneremo, ma ci sono anche molti fenomeni di distorsione sulla concorrenza".

Scontro Tria-Pd alla Camera

In Commissione bilancio della Camera, durante l'intervento del ministro dell'Economia Giovanni Tria sulla manovra è scoppiata una bagarre. I toni si sono alzati dopo che il ministro ha replicato alle critiche del Pd, dicendosi "massacrato" dalle accuse e attribuendo al precedente governo la responsabilità della situazione difficile sul fronte della finanza pubblica, delle clausole Iva e dei rapporti con Bruxelles ereditata dall'attuale esecutivo. "Massacrato a chi? Il governo è ospite del Parlamento", hanno risposto dal Pd. Urla si sono quindi levate dai banchi dell'opposizione, alle quali il ministro ha risposto: "Mi avete criticato per un'ora, potrò rispondere o no?". I parlamentari hanno quindi iniziato un botta e risposta con i colleghi della maggioranza, tanto da costringere il presidente Claudio Borghi a richiamare più volte all'ordine.

"Io non faccio comizi, perché non ne sono capace e non mi interessa". si è poi giustificato Tria, riprendendo la parola dopo l'interruzione – "Quando ho detto ‘mi avete massacrato per un'ora' non volevo offendere, ma intendevo dire che volevo rispondere alle domande su argomenti importanti. Parlare di macroeconomia mi piace molto, quindi è possibile che mi sia accalorato, che ci abbia messo molta passione".

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