Manovra, tasse che vengono tasse che vanno: quali rimarranno e quali verranno abolite
La flat tax no, il taglio del cuneo fiscale sì. La tassa sulle merendine no, gli incentivi alle imprese sì. In vista dell’approvazione in Consiglio dei ministri della Nota di aggiornamento al Def, prevista per questo pomeriggio, la discussione sulle misure da inserire nella prossima legge di Bilancio prosegue. E nonostante qualche distanza ancora da colmare all’interno della maggioranza si sta delineando il quadro delle misure e delle tasse che verranno confermate, rimodulate, abolite o introdotte. A fare il punto della situazione è Il Sole 24 Ore, mettendo insieme quanto emerso nelle ultime ore. Senza dubbio ci sarà il taglio del cuneo fiscale annunciato dal governo da settimane. Ma ad oggi è ancora difficile capire in che modo verrà formulato. Niente flat tax sopra i 65mila euro, invece: quasi certa la mancata conferma della misura che il precedente governo avrebbe voluto introdurre dal 2020.
L’obiettivo certo è quello di aumentare il netto in busta paga ai lavoratori. Difficile farlo per chi ha redditi fino a 55mila euro annui, più probabile per chi è al di sotto dei 26mila. Ovviamente dipende tutto dalle risorse disponibili. E dalle tempistiche con cui applicare la misura: ad ora l’ipotesi più probabile è che entri in vigore solo da giugno (risparmiando la metà dei fondi, quindi) o comunque solo in maniera graduale andando, in un primo momento, a favorire maggiormente i neo-assunti. Di certo, intanto, va evitato l’aumento dell’Iva: servono 23 miliardi. Ma in campo c’è ancora l’idea degli aumenti selettivi delle aliquote: una strada non facile da percorrere considerando le resistenze di M5s e Italia Viva.
Cosa viene escluso dalla manovra
Nei giorni scorsi si era parlato delle tasse sulle merendine, sulle bibite gassate e sui biglietti aerei. Le aveva proposte il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, chiedendo di utilizzare le risorse ricavate per finanziare la scuola. Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva avallato questa ipotesi. Ma ora sembra certo il passo indietro della maggioranza su queste tre tasse. Potrebbe sparire anche l’imposta sugli imballaggi di plastica. Anche se non è escluso che venga reinserita in qualche modo: più nella legge di Bilancio che nel Dl ambiente, come inizialmente previsto.
I bonus fiscali
Il capitolo delle tax expanditures, come in ogni manovra, torna al centro della discussione. Qualcosa, effettivamente, potrebbe essere ritoccato. Però una rivoluzione sembra complicata, anche perché eliminare alcune detrazioni fiscali potrebbe essere percepito come un vero e proprio aumento delle tasse. È quindi probabile che ci sia una proroga per i principali bonus fiscali, soprattutto per quelli riguardanti i lavori di ristrutturazione in casa e per l’ecobonus. Probabile anche la conferma della cedolare secca sugli affitti concordati e sui negozi. Sempre sul tema casa, invece, resta da capire se sarà realizzabile l’imposta unica che tenga insieme Imu e Tasi.
Gli incentivi per le imprese
La vera novità per le imprese potrebbe essere il ritorno all’Ace, l’Aiuto alla crescita economica previsto dal decreto Salva-Italia voluto dall’allora presidente del Consiglio, Mario Monti, nel 2011. Con quella misura si puntava ad agevolare le imprese che volevano rafforzare il loro capitale. Il premio che era stato fissato è cresciuto fino alla manovra del 2017 che lo ha fatto scendere dal 4,75% all’1,6%. Poi era calato all’1,5% nel 2018 ed era stato rimosso dall’ultima legge di Bilancio. Si tratta di una misura che è stata sfruttata, dal 2017, da 622mila imprese. E che il precedente governo ha sostituito con la mini-Ires, complessa e peraltro modificata in corso d’opera. Oggi potrebbe essere cancellata per tornare all’Ace. Infine c’è il pacchetto Industria 4.0, in cui rientrano i super e gli iper-ammortamenti. Il bonus per gli investimenti potrebbe essere stabilizzato, con la prossima legge di Bilancio, su un arco triennale.