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Manovra, soglia degli appalti si alza a 200mila euro: senza gara lavori per 7 miliardi

La legge di Bilancio modifica la soglia di affidamento diretto degli appalti per i Comuni. Il tetto per affidare i lavori senza bando, gara e senza alcuna trasparenza viene alzato da 40mila a 200mila euro. Un’operazione per cui 7 miliardi di euro di spese potrebbero essere stanziati solo a discrezione dei sindaci.
A cura di Stefano Rizzuti
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Cambia la soglia di affidamento diretto degli appalti per i Comuni. E si alza da 40mila a 200mila euro (poi successivamente abbassata a 150mila euro, ndr). Il che vuol dire che i sindaci potranno affidare lavori di ogni genere, se per un importo inferiore ai 2000mila euro, senza bando, gara e concorrenza che dovrebbero invece garantire miglior servizio e minor costo. La novità è arrivata nella notte tra domenica e lunedì, con alcune righe aggiunte alla legge di Bilancio, e consentirà di far partire il 70% delle commesse senza alcuna concorrenza e senza alcuna trasparenza. Secondo quanto riportato da la Repubblica e dal Fatto Quotidiano, questo vuol dire che quasi 7 miliardi di euro l’anno verranno stanziati a discrezione dei sindaci: senza alcuna gara. C’è un altro aspetto sottolineato da più parti, quello della certificazione Antimafia, che è richiesta solo per appalti superiori ai 150mila euro. Ora quindi sarà potenzialmente più facile per la criminalità organizzata infiltrarsi. E sembra difficile che, come si augura il governo, possano bastare le nuove norme del ddl Anticorruzione per evitarlo.

L’Autorità Anticorruzione ha più volte evidenziato i rischi delle spese senza gara, che già riguardavano il 60% dei contratti nel 2015. Oggi il suo presidente Raffaele Cantone torna sul tema, non senza perplessità per questa nuova norma: “Bisogna ricordare che questo meccanismo è oggettivamente pericolosissimo. Non solo sotto il profilo dei rischi correttivi ma anche per le potenziali infiltrazioni mafiose. Inoltre si crea un danno alla concorrenza, perché la maggioranza dei lavori verrebbero assegnati in base alla discrezionalità totale”. Sembra pensarla diversamente il sottosegretario all’Economia, Massimo Garavaglia: “Ci vuole un anno e mezzo o due per sistemare il tetto di una scuola in cui piove. Ce l’ha ordinato il dottore di avere una soglia di 40mila euro quando in Europa per tanti piccoli lavori si va a 200mila? Con una soglia di 200mila euro puoi riparare il tetto senza attivare tutta la procedura”.

Sul tema oggi sono intervenuti anche alcuni esponenti del governo, a partire dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “È un rischio che stiamo valutando con grande attenzione in queste ore. Stiamo valutando la decisione da prendere: il tetto potrebbe cambiare – spiega durante la trasmissione Agorà, in onda su Rai 3 –. Tanti enti locali e Comuni tante volte hanno difficoltà a spendere soldi per le procedure. Stiamo valutando, per trovare un punto di equilibrio per fare in modo che vengano rispettate le regole ma che se un sindaco vuole fare qualcosa la possa fare in tempi celeri”.

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