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Manovra, scontro tra Tria e opposizioni. Poi il ministro: “Possibili misure aggiuntive”

Scontro in commissione Bilancio tra il ministro dell’Economia Giovanni Tria e le forze di opposizione. Il ministro minaccia di andarsene in caso di domande dei deputati, poi arrivano gli interventi, ma alla fine le opposizioni lasciano i lavori. Intanto Tria annuncia che è possibile che ci sia qualche “misura aggiuntiva” sulla manovra per far scendere il deficit.
A cura di Stefano Rizzuti
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Scontro in commissione Bilancio alla Camera tra il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e le opposizioni che chiedevano al titolare di via Venti Settembre di rispondere ad alcune domande durante un’informativa sulla manovra. “Sono sbarcato da un aereo e sono venuto qui. Non ho aderito ad un'audizione, ma ad un'informativa. Il tema è da informativa non da audizione, non sono in grado di fare un'audizione. Se non siete d'accordo me lo dite e io, non vi offendete, me ne vado”, ha risposto il ministro ai deputati che chiedevano di poter fare alcune domande. Polemica che è proseguita anche dopo l’informativa (l’opposizione ha fatto notare che in realtà era prevista una audizione) con le opposizioni che hanno lasciato l’aula.

Durante l’informativa, Tria ha spiegato che sono state apportate “già alcune modifiche tra cui aumentare le previsioni da possibili dismissioni di asset al fine di dare una specie di garanzia di discesa del debito. Forse in quell'ambito è possibile fare qualcosa e si tratta di vedere qualche altra misura aggiuntiva”. Al momento è in corso una interlocuzione con la Commissione europea, spiega Tria parlando di un “dialogo che diventa sempre più costruttivo”. In ogni caso, qualsiasi accordo sarà “subordinato al fatto che non si toccano le priorità di intervento comunicate al Parlamento”.

Il ministro parla poi delle due misure principali: quota 100 e reddito di cittadinanza. “Per ora hanno disegni non definiti e poiché da un punto di vista finanziario questo si è tradotto nel mettere risorse in un fondo la prima questione è vedere se ci sono spazi politici e finanziari per un negoziato concreto attraverso interlocuzioni tra Inps e Mef e capire se una definizione maggiore di queste misure richiede meno risorse di quelle poste nel fondo”. In ogni caso, il lavoro fatto “non è sprecato. Le modifiche, se ci saranno, non vanno ad intaccare la molteplicità delle norme che state approvando o non approvando”.

Le opposizioni lasciano i lavori per protesta

I gruppi di opposizione hanno abbandonato i lavori della commissione Bilancio della Camera sulla manovra. Una decisione condivisa da Pd, Fi, FdI e Leu dopo aver ascoltato le parole di Tria. Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, parla di “mortificazione del Parlamento” e di un “mezzo disastro”. Per il deputato del Pd, Luigi Marattin, “non c’è gran senso nel proseguire dal momento che Tria in modo confuso ci ha detto che prosegue una trattativa con l'Ue sul fondo” su pensioni e reddito. E su Twitter aggiunge: “Dopo la desolante audizione del ministro, il Pd ha deciso di non farsi ulteriormente prendere in giro. Abbiamo abbandonato i lavori della commissione bilancio, poiché non ha senso discutere una cosa così seria in condizioni del genere”.

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