Manovra, sanatoria per le professioni sanitarie: potrà esercitare anche chi non ha titoli
In arrivo la sanatoria per i professionisti che hanno esercitato professioni sanitarie senza essere iscritti all'apposito ordine di riferimento. In manovra è apparso un emendamento, il comma 283 bis, voluto dal Movimento 5 Stelle, che va a modificare la legge 42/99 e stabilisce in pratica una deroga per l'iscrizione agli ordini per i professionisti senza titoli che abbiano lavorato, nell'arco di 10 anni, almeno per 36 mesi. Nell'emendamento inserito nella legge di stabilità approvata pochi giorni fa dal Senato in sostanza si prevede una nuova strada per l'accesso agli albi di varie professioni sanitarie (infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione, ad esempio) senza il possesso dei relativi titoli abilitanti necessari per l'iscrizione all'albo professionale.
Chi avrà svolto per un periodo minimo di 36 mesi, anche non continuativi, negli ultimi 10 anni una determinata professione sanitaria potrà continuare a svolgere il proprio lavoro a patto che si iscriva entro "il 31 dicembre 2019, in appositi elenchi speciali ad esaurimento (da costituire entro 60 giorni con decreto del ministero della Salute) e istituiti presso gli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, fermo restando che tale iscrizione non si tradurrà in un’equiparazione".
La norma prevede inoltre che quest'iscrizione "non comporterà un automatico diritto a un diverso inquadramento contrattuale o retributivo, a una progressione verticale o al riconoscimento di mansioni superiori" e che "non potranno essere attivati corsi di formazione regionale per il rilascio di titoli". L'emendamento inoltre amplia l'accesso alla professione di massaggiatore in quanto viene abrogato l’articolo 1 della legge 403/71 nel quale si sanciva che "la professione sanitaria ausiliaria di massaggiatore e massofisiotarapista è esercitabile soltanto dai massaggiatori e massofisioterapisti diplomati da una scuola di massaggio e massofisioterapia statale o autorizzata con decreto del ministro per la sanità, sia che lavorino alle dipendenze di enti ospedalieri e di istituti privati, sia che esercitino la professione autonomamente”.
Molto critiche le associazioni di categoria: "Leggiamo con seria preoccupazione la notizia della sanatoria. Si rischia di creare una pericolosa breccia in un sistema che tutela e garantisce innanzitutto la salute pubblica dei cittadini. Sistema che rappresenta anche una sicurezza per le altre professioni sanitarie. Appartenere a un albo non è una semplice iscrizione, ma significa dover dimostrare al nostro Sistema nazionale, e quindi alla collettività tutta, di possedere una serie di requisiti: un percorso formativo di base e di specializzazione nel settore sanitario, di aver acquisito competenze e abilità, di aver superato esami e prove", commenta la Federazione nazionale degli ordini della professione di ostetrica.
"Assisteremmo al paradosso che chi ha lavorato come dipendente o autonomo svolgendo attività riconducibili a quelle di una professione sanitaria come il fisioterapista o altra professione, senza titoli di studio abilitanti all’esercizio, verrà iscritto in elenchi speciali, potendo così continuare ad esercitare abusivamente. Manca la previsione di quali titoli di studio permetterebbero tale iscrizione, mancano le modalità di verifica delle reali competenze degli iscritti agli elenchi speciali necessarie per potersi occupare della salute delle persone. Una assurdità totale. Nessuno, politica o sindacati, potrà cavarsela con la scusa di aver salvato posti di lavoro", si legge nella nota dell'Associazione italiana fisioterapisti.
Secondo il ministero della Salute, guidato dalla pentastellata Giulia Grillo, l'emendamento consentirà a molti lavoratori che prima del decreto Lorenzin hanno svolto professioni sanitarie senza appositi titoli di non perdere il proprio posto di lavoro: "Si tratta di decine di migliaia di persone che, a seguito dell’approvazione della legge 3 del 2018, pur operando nel settore sanitario da diversi anni, non sono nelle condizioni di iscriversi in un albo professionale come prescrive la nuova normativa. Parliamo in grande prevalenza di massofisioterapisti ed educatori professionali, ma anche di altre categorie più circoscritte. Tra questi alcuni non hanno partecipato alle procedure indette, a suo tempo, dalle medesime Regioni per la equivalenza ai titoli universitari non essendone prevista la necessità dal quadro normativo di allora; altri si sono formati attraverso corsi organizzati dalle Regioni che non possono essere riconosciuti validi per l’iscrizione agli albi".