Manovra, salta l’abolizione del superticket sanitario: rimane il costo aggiuntivo sulle ricette mediche
Era una delle richieste della ministra della Salute, Giulia Grillo. Uno dei punti su cui si era più concentrata nelle scorse settimane, avviando anche una interlocuzione con il ministero dell’Economia. Ma l’abolizione del superticket sanitario non ci sarà nella legge di bilancio varata dal Consiglio dei ministri negli scorsi giorni. Una operazione che, secondo alcune stime, richiedeva circa 350 milioni di euro e che, almeno per il momento, non è prevista nella manovra e sembra quindi saltare. La sanità sembra uscire dalla manovra con le ossa rotte: viene ridimensionata anche la cifra prevista per i contratti del settore: solo 284 milioni, ritenuti insufficienti. Tanto che i medici sono in piazza per protestare. Viene confermato un miliardo di euro di fondo sanitario in più, ma era già programmato dalla scorsa legislatura e dal governo Renzi. Niente di nuovo, quindi, ma almeno ci saranno le risorse per rinnovare il contratto dei medici. L’altra speranza del mondo sanitario era quello di attuare i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea). Ma sono spariti anche questi. Avrebbero richiesto uno stanziamento superiore agli oltre 800 milioni di euro.
La ministra della Salute, Giulia Grillo, solo un mese fa si diceva ottimista sull’abolizione del superticket: “Stiamo lavorando all'abolizione del superticket, poi vogliamo rimodulare i ticket, aiutando innanzitutto le fasce più deboli, come gli anziani”. Promessa non mantenuta, a quanto pare. “La scorsa settimana – diceva ancora – abbiamo avuto un primo incontro con il ministero dell'Economia, ed è stato positivo. Ma non chiederemo solo risorse, perché lavoriamo anche a misure per risparmi mirati”.
Cos’è e quanto costa il superticket
Il superticket prevede un costo aggiuntivo su ogni ricetta per le prestazioni di diagnostica e specialistica. Questo costo può arrivare fino a dieci euro, ma ogni regione decide come (e se) applicarlo. Si tratta di una misura introdotta nel 2011. Ma rimane salda l’autonomia delle regioni. Così c’è chi non lo applica affatto, chi lo applica in base al reddito o al servizio offerto e chi, infine, lo applica per tutti i pazienti allo stesso modo. Ad oggi il superticket non viene pagato in alcune regioni come Sardegna, Valle d’Aosta, Basilicata e da poco anche nel Lazio.
Le altre misure sulla sanità in manovra
Il ministero della Salute ha ottenuto 50 milioni di euro l’anno, dal 2019 al 2021, per combattere le liste d’attesa e finanziare i progetti regionali per ridurre i tempi di visite ed esami. Come riporta la Repubblica, c’è poi un altro aspetto, sconosciuto però al ministero: “Con l’istituzione del Centro unico di prenotazione (Cup) digitale nazionale – si legge nel documento di Palazzo Chigi – si potrà monitorare quando effettivamente sono stati presi gli appuntamenti, in modo da evitare possibili episodi fraudolenti di indebito avanzamento nelle liste d’attesa”. Quello sulle liste d’attesa, comunque, è l’unico stanziamento extra previsto dalla manovra in tema di sanità.