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Manovra economica 2023

Manovra, salta il Piano oncologico nazionale: non ci sono i 10 mln previsti per il 2023 e per il 2024

Nella manovra economica del governo Meloni, che sta per ottenere il via libera anche al Senato, non c’è traccia dello stanziamento di 10 milioni per il 2023, e di altri 10 per il 2024, per il Piano oncologico nazionale.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nella manovra 2022, che dopo aver ottenuto l'ok della Camera dovrebbe ottenere il via libera anche al Senato, è saltato il Piano oncologico nazionale da 10 milioni di euro per il 2023 e 10 per il 2024.

Il piano, per oltre 3 milioni e mezzo di malati che in Italia vivono con una diagnosi di cancro, era stato annunciato nelle scorse settimane dal ministro della Salute Orazio Schillaci: "Sosterrò un emendamento alla legge di bilancio per finanziare il Piano oncologico nazionale con 10 milioni di euro per il 2023 e altrettanti per il 2024", aveva detto in un intervento a Fermo, nelle Marche. E ancora: "In oncologia, accanto agli interventi per potenziare prevenzione, diagnosi e cura, assistenza dei pazienti, intendo assicurare le risorse necessarie per l’adozione e la compiuta attuazione del Piano oncologico nazionale".

Ma nella legge di bilancio non c'è nulla di tutto questo. La cura dei tumori costa al nostro Paese 16 miliardi all'anno, da aggiungere ai 5 che i cittadini spendono di tasca propria per accelerare i tempi di una diagnosi. Serve mettere in campo una strategia senza precedenti per evitare che i tumori diventino la prima causa di morte nel nostro continente: lo dice l'Europa, dove, nel 2020, ogni giorno, 11.000 persone si sono ammalate e 5.000 hanno perso la vita a causa di una patologia oncologica.

Il mancato investimento sul piano oncologico ha portato con sé inevitabilmente polemiche. Il M5s ha attaccato l'esecutivo Meloni: "Il governo si impegni ad assicurare cure ed il miglioramento del sistema sanitario", ha detto il senatore pentastellato Orfeo Mazzella.

"Le misure previste dalla legge di bilancio per il 2023 non bastano. Non ci sono misure volte all'abbattimento delle liste di attesa al fine di ristabilire una situazione di effettivo accesso al sistema sanitario, non è previsto, come invece era stato annunciato dal governo, l'istituzione nello stato di previsione del Ministero della salute di un fondo denominato ‘Fondo per l'implementazione del Piano Oncologico nazionale 2022-2027 – PON', con una dotazione pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, destinato al potenziamento delle strategie e delle azioni per la prevenzione, la diagnosi, la cura e l'assistenza al malato Oncologico, non sono previste risorse per le malattie rare anche se il m5s aveva proposto una misura specifica a disposizione del governo. Insomma mancheranno diverse priorità per i pazienti e le risorse stanziate sono insufficienti – ha aggiunto Mazzella – Bisogna agire con terapie avanzate le quali offrono nuove opportunità per la diagnosi, la prevenzione o il trattamento di gravi patologie che hanno opzioni terapeutiche limitate o assenti, quali malattie genetiche, malattie croniche e tumori. Il governo cambi subito passo, senza cura non c'è paese".

"Il finanziamento del Piano oncologico nazionale per 10 milioni di euro nel 2023 e per altri 10 nel 2024 – che avrebbero dovuto essere destinati al potenziamento delle strategie e delle azioni per la prevenzione, la diagnosi, la cura e l'assistenza ai pazienti oncologici – e l'anticipazione al 1 gennaio 2023 dell'incremento di 200 milioni per garantire l'indennità integrativa al personale di pronto soccorso erano due misure annunciate, giustamente, come necessarie ma mai davvero inserite nelle Legge di Bilancio: in entrambi i casi si tratta di una gravissima mancanza che comporterà, e sta già comportando, effetti negativi sui cittadini e sul nostro servizio sanitario nazionale", ha detto Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. "Le mancate risorse a favore del Piano oncologico nazionale ci lasciano con l'amaro in bocca a fronte dei dati e delle previsioni di aumento, diffusi in queste ultime settimane, dell'incidenza di patologie oncologiche anche a causa delle ritardate diagnosi determinate dalla pandemia. Così come ci sembra un chiaro controsenso, rispetto alla narrazione degli eroi del Covid, il mancato anticipo al 1° gennaio 2023 dell'indennità di pronto soccorso già riconosciuta al personale della dirigenza medica e al personale del comparto sanità".

"In questo contesto stanno crescendo le dimissioni dai Pronto soccorso in diverse realtà italiane, con gravi ricadute sul personale, già sottodimensionato e allo stremo: soltanto nel Lazio mancano ben 400 medici di Pronto soccorso, a livello nazionale la carenza è stimabile in almeno 5000 unità – ha aggiunto Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio – Il rischio nei prossimi mesi è la chiusura in diversi contesti locali di strutture di emergenza-urgenza, a causa di dimissioni sempre più massicce determinate dal combinato disposto di atti politici che umiliano il personale e dalla poca attrattività di un settore in cui lavorare comporta grande stress e spesso anche pericoli. E alla fine chi pagherà le maggiori carenze sono e continueranno ad essere i cittadini".

"Chiediamo al Governo una immediata inversione di rotta su questi due ambiti fondamentali per la continuità del servizio sanitario pubblico e per garantire ai cittadini servizi primari come il pronto soccorso e cure essenziali per chi è affetto da patologie oncologiche", ha concluso Mandorino.

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