Manovra, rinviato l’incontro tra governo e sindacati: i temi sul tavolo
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva convocato oggi i sindacati a Palazzo Chigi per discutere della Manovra. Ma proprio oggi le parti sociali avevano già lanciato uno sciopero generale nelle Regioni del Nord e hanno intenzione di farsi trovare in piazza a manifestare contro le misure della legge di Bilancio. In una nota Palazzo Chigi ha fatto sapere allora che "in considerazione della richiesta di rinvio fatta pervenire alla Presidenza del Consiglio da alcune confederazioni sindacali, l'incontro con le stesse sul disegno di legge di bilancio è rinviato a martedì 28 novembre alle ore 9.00".
Lo sciopero nelle Regioni del Nord era stato convocato ormai da tempo. I sindacati protestano contro le misure inserite dal governo Meloni in legge di Bilancio, ma anche contro il metodo con cui l'esecutivo si sta rapportando alle diverse parti in causa. Il confronto, dicono, avviene quando l'iter della Manovra è comunque già avviato e, su diversi fronti, blindato.
"No, con Meloni non ci sentiamo. Al contrario, sia Draghi sia Conte discutevano con noi, prima di fare una finanziaria. C'era una discussione, poi magari non si trovava un accordo e si arrivava allo sciopero, ma c'era un dialogo", ha commentato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, su Rai 3.
Ad ogni modo, il faccia a faccia tra governo e sindacati sarà martedì prossimo. Oltre a Giorgia Meloni e ai ministri di Economia e Lavoro, rispettivamente Giancarlo Giorgetti e Marina Calderone, ci sarà anche Matteo Salvini che da giorni è impegnato in un nuovo capitolo dello scontro frontale con i sindacati e minaccia la precettazione per lo stop di 24 ore del settore dei trasporti annunciato da alcune sigle per lunedì 27 novembre.
"La precettazione? Non era mai avvenuta nel nostro Paese, questa azione che ha fatto il governo gli si sta rivoltando contro. La gente ha percepito la messa in discussione di un diritto", ha detto ancora Landini. Da parte sua il leader della Lega ha detto di non poter accettare un blocco di 24 ore dei mezzi pubblici, perché "sarebbe il caos", e di essere di nuovo pronto a fare "tutto quello che la legge mi permette di fare" per evitare lo stop dell'intera giornata.