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Manovra, riforma pensioni rinviata, ora misura ponte: subito Quota 103 anche per i nati nel 1961

Confermata nella manovra di bilancio Quota 103, che permetterà di andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nella manovra di bilancio che il governo si prepara a varare lunedì verrà inserita una misura ponte, in attesa della riforma strutturale delle pensioni che è stata rimandata al prossimo anno. In questa fase transitoria la novità si chiama Quota 103, e permetterà ai nati nel 1961, che abbiano cominciato a lavorare entro il 1982, di evitare lo scalone Fornero dei 67 anni di età. Per la Lega Quota 103 è una sorta di Quota 41 leggermente depotenziata, anche se la versione che sarà introdotta è molto diversa.

Per le pensioni nella manovra è previsto circa 1 miliardo, che servirà a finanziare Quota 41 solo per il 2023 e a prorogare di un anno Opzione Donna e l'Ape sociale. La prima prevede l'applicazione anche per il prossimo anno dell'uscita per le lavoratrici a 58-59 anni con 35 anni di contributi e un calcolo interamente contributivo dell'assegno pensionistico.

La penalizzazione che oscilla tra il 20 e il 25% rende però poco appetibile l'opzione, che nei primi nove mesi del 2022 è stata scelta da meno di 18mila donne. Quanto alla proroga dell'Ape sociale, cioè, l'anticipo di pensione a carico dello Stato per specifiche categorie (disoccupati, invalidi civili, addetti a mansioni gravose), la formula prevede il ritiro nel 2023 per chi raggiunga i 63 anni di età con 30 o 36 anni di contributi.

Nelle intenzioni del Carroccio Quota 41 avrebbe permesso l'uscita di coloro che raggiungevano i 41 anni di contributi a prescindere dall'età, mentre in questo caso è previsto anche il requisito dell'età anagrafica, 62 anni, che di fatto limiterà molto la platea. Ma senza il paletto dell'età la misura sarebbe costata troppo, intorno ai quattro miliardi. Ne ha parlato oggi il sottosegretario Claudio Durigon.

"Noi proporremo una quota ponte che è quota 41 che inizia con un paletto degli anni. Questo credo che sia necessario perché un riforma pensionistica strutturale così complessa con tanti sistemi di fuoriuscita credo vada messa a regime con un confronto", ha detto il membro del governo a SkyTg24, precisando che per ora "abbiamo creato questa formula di 41 e 62". "Fare le cose di fretta avrebbe portato degli errori", ha aggiunto: ma serve una "riforma pensionistica complessiva che lanci definitivamente quota 41" e "ci prendiamo l'anno successivo per pensare questa norma insieme alle parti sociali".

"Sento tanto parlare di quota 103, invece è una quota 41 perché se pensate che la quota 102 del governo Draghi dava ristoro a 16mila persone, qui parliamo di una quota 41 che già dà ristoro quest'anno a 48mila persone, quindi ha già un bell'impianto", ha detto l'esponente leghista. Più in generale, sulla manovra, Durigon ha ribadito la linea del governo: "Abbiamo fatto un ragionamento molto basilare, ci siamo concentrati su alcune cose che si possono fare e far capire che la nostra direzione è quella". Sulla pace fiscale Durigon assicura che "daremo una risposta". Sul taglio dell'Iva per pane e pasta, "sono elementi fondamentali della vita quotidiana delle nostre famiglie, cercare di abbassarle è un segnale positivo". 

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