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Manovra 2024

Manovra, quali misure potrebbero cambiare dopo il vertice della maggioranza

Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si riunisce la maggioranza, per le ultime limature alla manovra: possibili modifiche su Superbonus e affitti brevi. A spingere per gli aggiustamenti è soprattutto Forza Italia.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi è previsto un vertice di maggioranza sulla manovra, che dovrebbe essere decisivo. Dopo le ultime limature il testo dovrebbe essere trasmesso in Senato, per iniziare l'iter parlamentare. L'incontro si terrà nel pomeriggio a Palazzo Chigi, e sarà l'occasione per Forza Italia per ottenere qualche aggiustamento alla finanziaria su alcuni temi cruciali per gli azzurri, come il Superbonus 110%, in particolare l'aumento delle tasse sulla vendita delle case ristrutturate con il bonus, o gli affitti brevi.

L'obiettivo per il governo è quello di evitare emendamenti dai partiti: "Penso che la Legge di bilancio debba rimanere ‘blindata', salvo che il governo, audito il dibattito parlamentare, non intenda migliorarne i contenuti, mantenendo invariati i saldi. Dico questo perché ritengo che questa sia una Legge di bilancio equilibrata e responsabile, che da una parte taglia le tasse e dall'altra elimina gli sperperi e investe nella crescita", ha detto Tommaso Foti, capogruppo di Fdi, in una intervista al Giornale. "Sarebbe un bel segnale evitare emendamenti e arrivare prima possibile all'approvazione, per rassicurare mercati e investitori".

Forza Italia propone un codice identificativo nazionale per tracciare chi affitta un appartamento. La proposta è stata annunciata ieri dal portavoce nazionale e vicecapogruppo vicario azzurro alla Camera Raffaele Nevi.
Intervenendo a Sky Agenda, Nevi ha ribadito che per il suo partito aumentare la cedolare secca è un errore perché rischia di incentivare il nero. Nell'ultima bozza della legge di bilancio sono stati introdotti alcuni correttivi: la cedolare secca salirà dal 21 al 26%, ma solo nel caso in cui si affitti per periodi inferiori a 30 giorni più di un appartamento. L'aliquota della cedolare secca, attualmente fissala al 21%, "è innalzata al 26 per cento in caso di destinazione alla locazione breve di più di un appartamento per ciascun periodo d’imposta", si legge nell'ultima bozza. Secondo Alessandro Cattaneo, vicecoordinatore azzurro, la modifica è un "buon segnale, ma non basta: per noi alzare le tasse non è mai una buona soluzione".

"Noi pensiamo che aumentare la cedolare secca sia un errore – ha spiegato Raffaele Nevi – Sulla questione degli affitti brevi c'è stato un dibattito, e abbiamo visto che il problema vero è il nero. Ci sono tanti proprietari che affittano in nero e questo non va bene secondo noi", ha aggiunto, annunciando che Forza Italia farà a Meloni una proposta che "ritiene molto importante: l'introduzione del codice identificativo nazionale, attraverso il quale potremo tracciare tutti quelli che affittano un appartamento. Questo è stato già introdotto in Grecia, ad esempio, e ha aumentato di 10 volte il gettito per quanto riguarda gli affitti brevi. Aumentare la tassa sulla cedolare secca può invece incentivare il nero".

L'irritazione, da parte di Fdi, viene esplicitata dal capogruppo FdI alla Camera, Tommaso Foti: "Nessuno vuole aumentare le tasse sulla casa. La cedolare secca al 21%, prevista per locazioni a canone libero per chi decide di non usufruire della rivalutazione Istat dell'immobile, nessuno la tocca. Non aumenteremo le tasse su prima e seconda casa, che è la platea più ampia degli italiani. Qui si parla solo di alzare al 26% la cedolare per affitti sotto i 30 giorni. E non può essere che si scateni un polverone su una cosa così marginale. Il governo Meloni può sventolare ‘bandiere', se così vuole chiamarle, molto importanti: un miliardo di aiuti alle famiglie aggiuntivi alle tante misure come il taglio delle cuneo, la detassazione di fringe benefits e premi, l'aumento del congedo parentale, gli aiuti per gli asili nidi e moltissimo altro".

Ma le perplessità di Forza Italia non finiscono qui. Per gli azzurri è un problema anche il taglio al canone Rai per il 2024 da 90 a 70 euro (parzialmente compensato da un contributo da 430 milioni, erogato in tre rate a gennaio, marzo e giugno), rivendicato soprattutto da Matteo Salvini. "Siamo preoccupati che la Rai abbia problemi a sostenere il nuovo piano industriale", hanno fatto sapere fonti azzurre, mentre si sono diffuse ipotesi di un innalzamento del tetto pubblicitario dei canali della tv pubblica, scenario che potrebbe generare effetti negativi per altre emittenti, in particolare Mediaset.

Al capitolo pensioni, resta confermato l'impianto del provvedimento circolato nei giorni scorsi. Si profila quindi la conferma, anche nel 2024, di ‘Quota 103' per andare in pensione anticipatamente (almeno 62 anni di età e 41 di contributi), con un assegno massimo attorno ai 2.200 euro. Accantonata quindi l'ipotesi Quota 104, come chiesto dalla Lega di Salvini.

Nell'ultima versione del testo i pannolini e i seggiolini auto per bambini escono dalle categorie con l'Iva agevolata (al 22% su pannolini e seggiolini auto e al 10% sugli assorbenti). La norma inserita infatti sopprime i due gruppi di beni che erano assoggettati all'Iva agevolata al 5%, tra cui appunto gli assorbenti e i tamponi per la protezione dell'igiene femminile e le coppette mestruali femminili, il latte in polvere, i pannolini e i seggiolini auto per i bambini. Ma gli assorbenti femminili e il latte in polvere rientreranno tra i prodotti assoggettati all'Iva al 10%, mentre pannolini e seggiolini per bambini dovrebbero tornare all'aliquota ordinaria del 22%.

Cosa chiede Forza Italia per il Superbonus

In base alle scadenze attualmente previste, il Superbonus che quest'anno è al 90% nel 2024 calerà ulteriormente al 70%. Rimane al 110% fino a fine 2023 solo per le unifamiliari e condomini con lavori avviati nel 2022. Gli altri incentivi per l'edilizia (bonus ristrutturazioni, ecobonus, bonus verde e bonus barriere architettoniche) invece sono già finanziati almeno per un altro anno e quindi andranno avanti. Forza Italia ora chiede di prorogare il Superbonus al 110% per i condomini che hanno percentuali di lavori avanzati, intorno al 70-80%, che rischiano di non completarli entro il 31 dicembre 2023.

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