Manovra: polemiche (bipartisan) su pensioni e rinnovabili. Schifani: “Troviamo soluzioni più equilibrate”
Per il Pdl la settimana che si è appena conclusa è stata caratterizzata da due importanti (e discussi) punti: Il varo della manovra e la nomina di Angelino Alfano a segretario politico del partito. Ma i prossimi sette giorni Berlusconi & c. saranno di nuovo sotto gli occhi dei riflettori, a partire da oggi. E il primo nodo da sciogliere si chiama ancora manovra: approvato giovedì in Consiglio dei ministri, il provvedimento non è stato ancora trasmesso al Colle, per la controfirma del Presidente della Repubblica. E per di più il contenuto non è ancora certo.
Il Quirinale ieri ha infatti lamentato, tramite una breve nota, di non aver ancora ricevuto il testo del decreto legge della manovra correttiva da 47 miliardi di euro, che ha il compito di correggere i conti pubblici entro il 2014. Una precisazione resasi necessaria "poiché molti organi di informazione continuano a ripetere che la manovra finanziaria sarebbe al vaglio del Quirinale già dal 1 luglio".
Una sottolineatura che ha contribuito ad alimentare i sospetti nell'opposizione che ha interpretato negli indugi del governo l'intenzione di apportare ritocchi all'impianto del provvedimento. In particolare lo scontro riguarda il taglio degli incentivi in bolletta. Potrebbe infatti tornare la norma che riduceva del 3% il costo delle bollette elettriche attraverso un taglio del 30% delle agevolazioni destinate ad energie rinnovabili e famiglie povere. "La norma è demagogica e controproducente – commenta Francesco Ferrante del Pd – per i cittadini si tratta di un impercettibile risparmio in bolletta, mentre tagliando del 30% la componente della bolletta elettrica e del gas destinata a finanziare le agevolazioni alle rinnovabili si colpisce un intero comparto industriale nazionale". Tuttavia il cambio in corsa è escluso dal Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo: "Non vedo come ciò possa accadere. Il Consiglio dei Ministri, dopo ampio e approfondito dibattito, ha approvato la manovra senza quella norma. Non comprendo come si possa ipotizzare una sua reintroduzione".
Ma a tener banco è anche la polemica sulla stretta alle pensioni – che colpirebbe anche quelle da 1400 euro lordi, circa 1000 netti – che ieri a provocato l'ira di sindacati ("Governo e Parlamento devono correggere il provvedimento che blocca la rivalutazione delle pensioni", ha preteso il segretario generale di Cisl, Raffaele Bonanni), opposizioni, Lega Nord ("Le pensioni non si toccano", ha detto Umberto Bossi, in occasione di un comizio nel Bergamasco) e gli stessi esponenti del Pdl: "Sarà opportuno trovare, magari al Senato, soluzioni più equilibrate", ha affermato il vicepresidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cazzola.
Come riporta il Corriere della Sera "il decreto per la correzione dei conti pubblici prevedrebbe infatti la mancata rivalutazione per il biennio 2012-2013 delle pensioni superiori a cinque volte il minimo, cioè 2.300 euro al mese (il minimo delle pensioni Inps 2011 è di 476 euro al mese), mentre quelle più basse, comprese tra 1.428 e 2.380 euro mensili, dovrebbero essere valutate per tenere conto dell’inflazione, ma solo nella misura del 45%. A ciò si aggiungerebbe l’allungamento dell’età minima di pensione che dal 2014 salirà di almeno tre mesi con l’anticipo dell’agganciamento automatico delle speranze di vita."