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Manovra 2025

Manovra, per Bankitalia le misure a favore della natalità non sono efficaci: “Asili nido insufficienti”

Secondo Bankitalia le misure contenute nella manovra 2025 per incentivare la natalità non sono efficaci: per combattere il calo di nascite e incentivare l’occupazione femminile serve un “ribilanciamento del carico domestico e di cura”, e una maggiore offerta di asili nido.
A cura di Annalisa Cangemi
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Proseguono le audizioni per la manovra 2025. Dopo Confindustria, Inps, Cnel e Istat, è stato il turno di Bankitalia, che ha espresso perplessità sulle misure contenute alla legge di bilancio relative al contrasto della denatalità.

Nella manovra 2025 ci sono alcune novità che riguardano le famiglie, come la Carta per i nuovi nati', un contributo da mille euro riconosciuto ai nuclei con Isee fino a 40mila euro, o l'allargamento della platea per il Bonus mamme, con almeno due figli, che è stato esteso anche alle autonome. Oltre a questo nel testo è previsto il rafforzamento del bonus per la frequenza di asili nido, l'aiuto destinato alle famiglie con figli di età inferiore a tre anni che frequentano un asilo nido pubblico o uno privato autorizzato o sono affetti da gravi patologie croniche certificato: la platea del bonus è stata estesa, ed è stata prevista l'esclusione dell'assegno unico del computo dell'Isee per la richiesta dell'agevolazione. La legge di bilancio dell'anno scorso aveva alzato l'importo massimo a 3.600 euro l’anno per gli Isee fino a 40.000 euro, ma solo per i nati nel 2024 in nuclei in cui è già presente almeno un figlio con meno di dieci anni. Ora invece non è necessario che vi sia un altro figlio con età inferiore a 10 anni. E ancora, il congedo parentale fino al sesto anno di vita del bambino è stato portato all'80% della retribuzione per tre mesi.

In tema fiscale infine è stato previsto un taglio sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro lordi all'anno (circa 1,2 milioni di contribuenti Irpef), ma con vantaggi che aumentano in base al numero dei figli (il cosiddetto quoziente familiare).

Cosa ha detto la Banca d'Italia nell'audizione sulla manovra 2025

Secondo Bankitalia però le soluzioni proposte non miglioreranno la situazione delle nascite in Italia, e si sarebbe dovuto puntare di più sul "ribilanciamento del carico domestico e di cura", e sul potenziamento dei servizi, come appunto gli asili nido. "La letteratura economica non offre risultati univoci sui benefici monetari alle famiglie con figli", si legge nel testo dell'audizione alle commissioni riunite Bilancio del vice capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia, Andrea Brandolini.

"Nei casi in cui si sono stimati effetti positivi sulla natalità, gli incentivi sono di ammontare significativo, generalmente di un ordine di grandezza superiore al 20 per cento del reddito medio della donna. Secondo l'evidenza disponibile, uno dei principali ostacoli alla decisione di avere un figlio è costituito dalla difficoltà delle madri di conciliare il lavoro domestico e di cura con la propria vita professionale".

"Le misure che ridistribuiscono o alleggeriscono il carico di lavoro domestico, quali l'ampliamento dell'offerta di asili nido e dei relativi sussidi alla frequenza, possono rivelarsi particolarmente efficaci nel sostenere la natalità".

Secondo le stime, "il potrebbe spingere al rialzo sia la natalità sia l'occupazione femminile", si legge nel testo dell'audizione alle commissioni riunite Bilancio del vice capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia.

Brandolini osserva come "gli impegni assunti dal Governo in sede europea con il PSBMT non appaiono coerenti con il percorso prefigurato dalla legislazione vigente. Il potenziamento dell'offerta di servizi educativi alla prima infanzia costituisce infatti l'oggetto anche di norme incluse nella legge di bilancio per il 2022 e rappresenta un obiettivo del Pnrr".

La legge di bilancio per il 2022, ricordano da Palazzo Koch, "ha introdotto un obiettivo quantitativo sotto forma di livello essenziale delle prestazioni (Lep) del servizio di asili nido, stanziando contestualmente le risorse correnti (in misura crescente negli anni fino a 1,1 miliardi a decorrere dal 2027) per assicurarne gradualmente la fornitura. Il Lep prevede che la disponibilità di posti in asili nido (pubblici o privati) sia almeno pari, per ogni Comune (o Ambito territoriale di servizio), al 33 per cento dei bambini di età compresa fra i 3 e i 36 mesi. Il Pnrr ha dedicato all'ampliamento dei servizi educativi per la prima infanzia un'apposita linea di investimento del valore di 3,2 miliardi".

"Gli impegni assunti dal Governo" nel Psb "prevedono invece un tasso di copertura minimo dell'offerta di posti in asili nido pari al 33 per cento solo nella media nazionale, mentre a livello regionale viene più che dimezzato (al 15 per cento); l'incremento del 20 per cento, rispetto al 2021, della spesa corrente necessaria a finanziare l'ampliamento del servizio di asili nido indicato dal Psb è significativamente inferiore a quello che deriverebbe dal pieno utilizzo degli stanziamenti previsti dalla legge di bilancio per il 2022", spiegano ancora da Bankitalia.

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