Manovra, M5s avverte: “Senza il nostro voto non si va da nessuna parte”
La strada per la manovra di bilancio sembra ancora in salita. "Abbiamo l'obbligo morale, oggi, di comunicare la nostra posizione, per evitare fraintendimenti. E lo facciamo con massimo senso di responsabilità, dall'alto del nostro consenso popolare, dall'ottica della nostra maggioranza parlamentare che è ago della bilancia per approvare ogni singola nuova misura o nuova legge in Italia. Senza il voto del M5s, infatti, non si va da nessuna parte. Questo è quello che hanno chiesto i cittadini nel 2018 e noi non tradiremo mai la parola data agli italiani". Lo si legge in un post nel blog del M5s. "Il MoVimento 5 Stelle non permetterà che l'inutile bersaglio mediatico della lotta all'evasione" siano partite Iva, commercianti e professionisti che lavorano ogni giorno. Bisogna invece colpire i "grandi evasori".
"Quando un provvedimento, una legge, come ad esempio quella di bilancio o il decreto fiscale, che tutti conoscono come ‘Manovra'– rimarcano – viene approvata con la dicitura ‘salvo-intese', significa che ci sono diversi aspetti di quella legge su cui il governo non ha trovato ancora accordo". Le parole del post rilanciano le dichiarazioni fatte dallo stesso capo politico Di Maio questa mattina, che ha chiesto che alcuni punti della legge di bilancio vengano ridiscussi in Consiglio dei ministri, in particolare la lotta all'evasione e la stretta sul contante.
E ancora: "Di fronte alle proposte contenute in manovra, dal tetto al contante alla multa sul POS, saremmo anche d'accordo se queste rappresentassero delle vere misure anti-evasione finalizzate ad individuare ulteriori risorse", recita il post sul Blog delle stelle. "Ma non solo non fanno recuperare risorse, ma addirittura rischiano di porre il governo nello stesso atteggiamento di quelli del passato, che pensavano di fare la lotta all'evasione mettendo nel mirino commercianti, professionisti e imprenditori. Un segnale culturale devastante".
"Noi siamo d'accordissimo ad abbassare il cuneo fiscale. Ma che senso ha farlo, dando 40 o 50 euro in più al mese in busta paga ai lavoratori dipendenti, se poi i soldi li andiamo a prendere dalle partite Iva che si spezzano la schiena giorno e notte, senza una garanzia dallo Stato, senza un giorno di malattia assicurato, senza un sistema di welfare che li sorregge?".
I pentastellati rinnovano la fiducia nel presidente del Consiglio, ma ribadiscono che sono le Camere ad avere l'ultima parola: "Il MoVimento 5 Stelle ha fiducia in questo governo e massima fiducia nel presidente Giuseppe Conte. Lo ringraziamo per avere difeso, come avevamo chiesto, quota 100, ma siamo in una Repubblica parlamentare, dove è il Parlamento a decidere. Consegnate le opportune rassicurazioni all'Europa, adesso riteniamo opportuna la convocazione di un vertice di maggioranza per lavorare alle intese che ancora non ci sono".