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Manovra 2024

Manovra, l’allarme di Cartabellotta (Gimbe): “Nessun rilancio della sanità pubblica”

Secondo Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, la manovra non lascia intravedere un rilancio della sanità pubblica: per il medico ci sono “più ombre che luci” e gli investimenti non serviranno a coprire l’aumento dei costi dovuto all’inflazione.
A cura di Andrea Miniutti
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"Dalla bozza della Manovra emergono più ombre che luci per la sanità pubblica": è molto duro il giudizio Nino Cartbellotta, presidente della fondazione Gimbe, sulla bozza della legge di bilancio, la quale non darebbe concrete soluzioni ai problemi del Sistema sanitario nazionale. Secondo il medico, il governo Meloni confonde spesso la spesa sanitaria, cioè quanto lo Stato investe per soddisfare il bisogno di salute dei cittadini, con il fabbisogno sanitario nazionale (Fsn), vale a dire il l'ammontare di risorse necessarie affinché siano garantiti i livelli essenziali di assistenza (Lea).

Come previsto dall'esecutivo, l'Fsn salirà a 134 miliardi di euro per il 2024 (+3 miliardi), a 135,3 miliardi per il 2025 (+4 miliardi) e 135,5 miliardi per il 2026 (+4,2 miliardi). Ma per Cartabellotta questo tipo di investimenti non risolve i problemi della nostra sanità:

Per l’anno 2024 il Governo ha soddisfatto quasi interamente le richieste delle Regioni e del Ministro Schillaci che chiedevano un aumento di € 4 miliardi. Tuttavia, di fatto, € 2,4 miliardi dovrebbero essere destinati ai rinnovi contrattuali 2022-2024 del personale dipendente e convenzionato, lasciando ben poche risorse per le altre priorità. Soprattutto la Manovra non lascia affatto intravedere un progressivo rilancio del finanziamento pubblico: dopo il balzo in alto del 2024, infatti, tornano le cifre da “manutenzione ordinaria” con incrementi talmente esigui che nel 2025 e nel 2026 che non copriranno nemmeno gli aumenti legati all’inflazione. Ovvero, l’aumento del FSN disposto dalla Legge di Bilancio 2024 sostanzialmente conferma le stime della NaDEF 2023 sulla spesa sanitaria che per il triennio 2024-2026 prevedevano una progressiva riduzione del rapporto spesa sanitaria/PIL, che precipita nel 2026 al 6,1%

Grafico Gimbe
Grafico Gimbe

La fondazione aveva già lanciato l'allarme in seguito alla consultazione della Nota di aggiornamento al Def, sostenendo che la sanità pubblica non fosse una priorità per il governo Meloni (e nemmeno per quelli precedenti). Infatti, come si legge nel documento, per i prossimi anni sono effettivamente previsti degli investimenti ulteriori nel settore sanitario, ma per Gimbe non saranno sufficienti per coprire l'aumento dei costi dovuto all'inflazione.

Come sottolineato da Nino Cartabellotta, all'interno della manovra sono presenti solamente misure che danno indicazioni di investimenti per le regioni, ma che non costituiscono spesa sanitaria e, quindi, risorse aggiuntive per il Ssn. La legge di bilancio interviene su alcuni punti:

  • il rinovo dei contratti del personale sanitario (2,4 miliardi di euro);
  • l'abbattimento delle liste d'attesa attraverso il rifinanziamento dei Piani operativi regionali (520 milioni di euro), l'incremento delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive (280 milioni) e l'aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati;
  • l'aggiornamento dei Lea (50 milioni di euro) e un piano di assunzioni per il potenziamento dell'assistenza territoriale (250 milioni, ma nel 2025);
  • una serie di modifiche alle modalità di distribuzione dei medicinali e la rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica;
  • 240 milioni dal 2025 per il perseguimento degli obiettivi sanitari di carattere prioritario e di rilievo nazionale.

Tuttavia, "l’incremento di € 3 miliardi per il 2024 – dice Cartabellotta – non sembra essere sufficiente per coprire i costi di tutte le misure previste dalla manovra" e il rinnovo dei contratti, per quanto sia una misura necessaria, non risolve la carenza di personale sanitario perché "la bozza prevede, solo dal 2025, esigue risorse destinate alle nuove assunzioni e, soprattutto non programma la graduale abolizione del tetto di spesa sul personale sanitario". Inoltre, per quanto riguarda l'abbattimento delle liste d'attesa, secondo il presidente di Gimbe il governo "propone misure per risolvere i sintomi, senza curare la malattia". Infine, il giudizio complessivo sulla legge di bilancio: "La manovra non lascia affatto intravedere un rilancio progressivo del finanziamento pubblico del SSN, né interventi in grado di ottimizzare la spesa sanitaria".

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