Manovra, la Lega propone: “Formazione obbligatoria per under 29, o niente Reddito di cittadinanza”
Corsi di formazione e percorsi di studio per i percettori del reddito di cittadinanza tra i 18 e i 29 anni che non hanno adempiuto all'obbligo formativo, altrimenti salta l'assegno. È quanto prevede un emendamento presentato dalla Lega alla Manovra.
Si tratta di una modifica proposta da Rossano Sasso e stabilisce che "a decorrere dal 1° gennaio 2023 per i beneficiari del reddito di cittadinanza appartenenti alla fascia di età compresa tra i diciotto e i ventinove anni che non hanno adempiuto all'obbligo formativo, l'erogazione del beneficio sia condizionata anche all'iscrizione e alla frequenza di un percorso di studi finalizzato all'assolvimento del diritto-dovere all'istruzione e formazione sino al conseguimento dell'obbligo formativo o, comunque, di una qualifica di durata almeno triennale".
Oggi anche il leader leghista Matteo Salvini è tornato a parlare di reddito di cittadinanza. "Non c'è bisogno di salario minimo o di reddito di cittadinanza, ma di gente che sa e vuole lavorare", ha detto il ministro delle Infrastrutture. "Ci eravamo impegnati come Lega e come centrodestra a reintrodurre forme di lavoro agile, come i buoni lavoro, i voucher, soprattutto nei settori del commercio e dell'agricoltura. È meglio un buon lavoro a tempo e giustamente pagato, che un non lavoro o un lavoro in nero", ha poi aggiunto.
Nel frattempo oggi è emersa la possibilità che il governo fosse al lavoro per tagliare ulteriormente la misura. E si è parlato di ridurre da otto a sette i mesi in cui i cosiddetti "occupabili" hanno diritto al sussidio. Una stretta per recuperare altre risorse da stanziare in manovra. Ma la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha smentito: "Non è questo il contesto su cui si sta lavorando".
Ciò che è certo, però, è che la misura, voluta dal Movimento Cinque Stelle nel primo governo di Giuseppe Conte, potrebbe andare incontro ancora ad alcune modifiche. La legge di Bilancio si trova in questo momento in esame alla Camera: il Parlamento ha tempo fino al 31 dicembre per approvarla.