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Manovra 2025

Manovra, iniziano le audizioni: quali sono i prossimi step e come può cambiare il testo della legge

Oggi iniziano le audizioni alla Camera per la legge di Bilancio: c’è tempo fino all’11 novembre per presentare gli emendamenti. Ecco come potrebbe cambiare la manovra 2025, secondo le richieste dei partiti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi iniziano, alle ore 9, le audizioni per la nuova legge di Bilancio. Si parte con Legambiente e Wwf davanti alle commissioni Bilancio alla Camera. Saranno ascoltate decine di associazioni, dai medici al terzo settore, dagli industriali agli artigiani compresi sindacati, docenti e associazioni dei consumatori. E nei prossimi giorni si andrà avanti con enti locali, Banca d'Italia, Ufficio parlamentare di bilancio e università, fino a giovedì, quando ci sarà l'audizione del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti.

Occhi puntati sul termine ultimo per presentare gli emendamenti, sui cui i partiti sono concentrati per cercare di apportare alcune modifiche e accontentare così il proprio elettorato: il termine ultimo  per presentarli è l'11 novembre, ma i margini per modificare la legge di Bilancio 2025 sono strettissimi. Dopo l'11 novembre ci sarà un'altra settimana di tempo per gli emendamenti ‘segnalati', cioè la scrematura delle proposte decisive per ogni gruppo, su cui si discuterà concretamente. Di fatto, dunque, è da fine mese che si entrerà nel vivo su un testo che dalla Camera arriverà anche quest'anno blindato al Senato per l'ok finale.

La partita della manovra andrà di pari passo con il decreto fiscale, collegato, in discussione al Senato. Va letto in quest'ottica l'emendamento su cui Forza Italia sta lavorando per chiedere un concordato bis, dopo il primo scaduto il 31 ottobre.

Forza Italia vuole un intervento sui colossi del web

Forza Italia punta a colpire i colossi del web: "Forza Italia predisporrà un intervento adeguato nell'ambito della Manovra economica. Bisogna tassare i colossi del web, cioè Amazon, Facebook, Meta etc etc. Non certo le star up o i siti dei giornali e delle agenzie cioè di realtà che hanno fatturato molto più limitato", ha detto ieri ad Affaritaliani.it il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri. "La norma va riscritta perché la Ragioneria dello Stato ha sbagliato anche in questo campo. Si accanisce sui piccoli e si mette in ginocchio davanti ai grandi. Invece, noi rispetteremo i piccoli e saremo decisi con i colossi cambiando l'indirizzo sbagliato della Ragioneria generale dello Stato a cui chiederemo conto e ragione di alcuni atteggiamenti non chiari".

"Bisogna tagliare le unghie – ha aggiunto Gasparri – ai colossi del web che pagano tra lo 0 e il 2% di tasse mentre l'ultimo commerciante deve pagare il 30, 40 o 50% di tasse sul suo fatturato. I colossi della rete hanno una posizione dominante e inaccettabile. Negli Stati Uniti addirittura si sta meditando di spezzare in più società Google per contenerne lo stradominio. Lo stesso deve valere in altre parti del mondo. Anche l'Europa si accanisce sulla concorrenza, sull'ultimo bagnino, e lecca le suole ai giganti della rete. L'Europa deve garantire la concorrenza soprattutto in questi settori. Invece colpisce i deboli e si vende ai ricchi. Tutto questo non va bene, lo spiegheremo con chiarezza e lo diremo anche martedì nel corso di una conferenza stampa sulle telecomunicazione che terremo alle ore 11 alla Camera dei Deputati".

Ma non è solo su questo che intende puntare Forza Italia. Gli azzurri, con le risorse aggiuntive del concordato, chiedono di abbassare il secondo scaglione Irpef dal 35 a 33%, allargando la platea ai redditi fino a 60mila euro. Altri correttivi verranno chiesti sulla sugar tax e sulle pensioni minime.

Per quanto riguarda la Lega, Salvini vorrebbe concentrarsi sulla flat tax, per estenderla agli autonomi che dichiarano 100mila euro l'anno (attualmente il tetto è a 85mila euro).

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