Manovra in Consiglio dei ministri lunedì, Meloni chiede alla maggioranza di limitare gli emendamenti
La seconda manovra economica del governo Meloni è praticamente pronta e verrà presentata lunedì in Consiglio dei ministri. Del testo, che sarà accompagnato dal documento programmatico e dal decreto fiscale, Meloni ha parlato a lungo ieri sera, in un vertice di maggioranza terminato oltre la mezzanotte. Prima, insieme alla presidente del Consiglio, si sono seduti intorno a un tavolo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e i tre leader di maggioranza – Meloni a parte – Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. Poi, dopo le dieci e mezza, le porte di Palazzo Chigi si sono aperte anche per i capigruppo dei vari partiti. La prima parte dell'incontro è servita a fare un nuovo punto sulle misure, la seconda a dare indicazioni preziose ai leader parlamentari, che avranno il compito di riferirle a deputati e senatori di maggioranza.
Dopo tre ore di vertice, dall'incontro è emerso che si è parlato di una "manovra seria", che interverrà su redditi e pensioni medio-bassi, sulla famiglia e sulla sanità. Insomma, le solite fonti di Palazzo Chigi mettono in evidenza quanto già espresso fino a ora dai vari protagonisti: la legge di Bilancio dovrà principalmente confermare il taglio del cuneo contributivo, introducendo anche la riforma dell'Irpef. Sulla famiglia sono attese importanti novità, ma a parte qualche annuncio non è ancora chiaro che tipo di aiuti abbia in mente il governo.
Meloni e Giorgetti hanno chiesto "prudenza", soprattutto ai capigruppo. L'indicazione è stata chiara: meno emendamenti vengono presentati, meglio sarà. Le modifiche vanno ridotte al minimo, anche perché di margini di manovra ce ne sono pochi. E poco conta se in passato Meloni ha gridato al Parlamento esautorato. A mezzanotte arriva anche una nota di Chigi, che garantisce: c'è grande spirito di collaborazione nella maggioranza.