Manovra, in arrivo tagli alla scuola di 5660 docenti e 2174 Ata dal 2025: ma Valditara nega l’evidenza
Un capitolo della manovra è dedicato alla revisione della spesa, e la spending review tocca anche la scuola. Nel testo, bollinato e arrivato ieri alla Camera, si annuncia una riduzione del turn over pari al 25%: a decorrere dall'anno scolastico 2025/2026 la dotazione organica complessiva è ridotta di 5.660 posti dell'organico dell'autonomia; inoltre ‘si procede alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola', gli Ata, in modo da conseguire, a decorrere dall'anno scolastico 2025/2026 una riduzione nel numero dei posti pari a 2.174 unità. Tradotto: dal prossimo anno sono previsti meno insegnanti e meno segretari e bidelli.
Questo è quanto si specifica nella legge di Bilancio, all'articolo 110 (Misure in materia di personale pubblico). Ma se si legge il comunicato diffuso ieri dal ministero di Valditara, la sforbiciata al personale della scuola non dovrebbe preoccupare, perché si tratta di una riduzione momentanea. Con riguardo "al presunto taglio degli organici di 5.660 docenti e di 2.174 unità di personale ATA", il Miur precisa che, "come si evince, chiaramente, dalla tabella allegata alla legge di bilancio, si tratta di una misura transitoria di riduzione del turn over che non intacca la dotazione complessiva dell'organico, anche in ragione delle assunzioni che si faranno sul sostegno. Nel corso dell'iter di approvazione del provvedimento si avrà l'occasione per precisare la temporaneità della misura". Sembra il gioco delle tre carte.
Cosa cambia per la scuola nella prossima manovra di bilancio
Ma se si guarda alla relazione illustrativa che accompagna la manovra si legge nero su bianco che l'articolo "prevede che le amministrazioni pubbliche", tra cui anche la scuola, "possano procedere, per l'anno 2025, ad assunzioni a tempo indeterminato di personale in misura non superiore a un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 75 per cento di quella relativa al personale di ruolo cessato nell'anno precedente".
"Tale disposizione", si aggiunge, "non si applica alle Aziende e agli Enti del Servizio sanitario nazionale, al personale delle Magistrature e agli Avvocati e Procuratori dello Stato e agli enti con un numero di dipendenti fino a 20 unità". E nella stessa relazione illustrativa, relativamente al comma 7, c'è scritto nero su bianco che la riduzione del turn over pari al 25% determina la riduzione di 5660 posti di insegnanti e 2174 unità di personale ATA. Non sembra ci sia molto spazio per diverse interpretazioni.
Da una tabella si evince con i risparmi derivanti dal blocco del turn over del 25% per la scuola è previsto un risparmio di euro 88.036.314 per il 2025, e di 266.776.710 per il 2026. Se dunque l'intento del ministro Valditara era quello di rassicurare, con quel comunicato non c'è riuscito. Perché non viene specificata da nessuna parte la temporaneità della misura, anche se si lascia intendere che dopo una riduzione per il prossimo triennio delle nuove assunzioni, potrebbe essere ripristinato il turn over pieno. Non si parla di taglio all'organico attualmente in servizio, ma di personale che andrà in pensione e che non verrà sostituito. Almeno nell'immediato.
Le reazioni dell'opposizione ai tagli alla scuola
"I dati parlano chiaro. Cosa significa momentaneo? Quando verrà ripristinato l'organico, quando non saranno più loro al governo? Ce lo spieghino. È una presa in giro. Tra l'altro ieri è uscito solo un comunicato del ministero, Valditara non ci ha messo la faccia, è un segnale del fatto che questo taglio l'ha subito", ha commentato a Fanpage. Antonio Caso, capogruppo M5S in commissione cultura alla Camera. "Non abbiamo capito cosa volesse dire quel comunicato con ‘misura transitoria di riduzione del turn over'. È evidente che il taglio per i prossimi tre anni c'è, tra l'altro vengono riportate nel testo le cifre precise per quanto riguarda la scuola".
"È inutile poi festeggiare per la Carta docente estesa ai supplenti, erano obbligati a farlo, c'era una recente sentenza della Cassazione che lo chiedeva", ha aggiunto Caso. "Io avevo già fatto un emendamento che andava in questa direzione, al dl Infrazioni, ma lo avevano bocciato".
Secondo Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata dem, "Valditara aveva dichiarato apertamente nei mesi scorsi di non cercare risorse per la legge di bilancio, perché il settore scolastico sta bene così com'è. E addirittura in manovra prevede tagli all'organico dell'autonomia e al personale amministrativo tecnico e ausiliario. Ancora un depotenziamento del sistema pubblico, con buona pace dell'autorevolezza del personale, che per il ministro si ottiene solo con punizioni e voti in condotta, non con il dovuto riconoscimento professionale. Senza contare quello che ha previsto per la regione, un dimensionamento che grava sulle spalle dei dirigenti scolastici e mette intere aree in difficoltà".
"Il quadro è chiaro, la linea del governo, tra tagli, riforme inutili e dannose e lo spettro dell'autonomia differenziata, è quella di smantellare il sistema di istruzione che garantisce un diritto costituzionale a bambini e ragazzi", ha aggiunto.
"57 righe questo lo spazio che il governo dedica all'istruzione in legge di bilancio. 57 di cui 22 di tagli lineari al personale: un taglio mai visto dall'epoca dei governi di destra (Tremonti-Gelmini). Riduzione di più di 5500 insegnanti dell'organico di potenziamento che servono per la progettualità delle scuole e per le supplenze e più di 2200 unità di personale ausiliario tecnico amministrativo proprio nell'anno che ha visto il caos di settembre nelle convocazioni con le segreterie in affanno. Il resto delle righe? Qualche euro lo hanno messo sulla carta docenti per darlo anche agli insegnanti non di ruolo con contratto fino al 31 agosto, come chiede l'Europa perché eravamo in infrazione e quindi lo dovevano fare e poi la creazione di un fondo dotato di 122 milioni che, peraltro, già esisteva, dotato di 300 milioni grazie a noi, e che loro avevano svuotato. Davvero complimenti al ministro Valditara!", ha commentato Simona Malpezzi, senatrice Pd.
"La manovra del Governo ha un tratto distintivo chiaro: su scuola e cultura tagli e disinvestimenti. Da un lato infatti leggiamo di una massiccia riduzione dell'organico della scuola, sia dei docenti che del personale tecnico-amministrativo, una scelta che impoverisce scuole e taglia di netto persone e competenze. Dall'altro di una decurtazione di risorse al ministero della cultura che in tre anni si aggira intorno ai 3 miliardi. Arrivano così le stangate che preoccupano enormemente, stante il livello di difficoltà in cui la scuola e le politiche cultuali si trovano ad agire. Il governo, che tanto ha sbandierato di voler valorizzare i docenti, mette nero su bianco la verità: tagli e depotenziamento", si legge in una nota scritta dalla senatrice Cecilia D'Elia, capogruppo del Pd nella commissione scuola, istruzione pubblica, cultura.
Le altre misure per la scuola: la Carta del docente anche ai supplenti
Tra le novità positive c'è invece la Carta del docente estesa in via strutturale anche agli insegnanti con contratto di supplenza annuale. Ma se quest'anno il valore rimane di 500 euro, non è detto che lo sia anche nei prossimi anni. Oggi la carta ha infatti un valore nominale di 500 euro. Le parole "nominale di euro" – si legge in manovra – sono sostituite dalle seguenti: "fino ad euro"; ed è aggiunto il periodo: "Con decreto del ministero dell'Istruzione, di concerto con il ministero dell'Economia e delle finanze, sono definiti i criteri e le modalità di assegnazione della Carta nonché annualmente l'importo nominale della stessa sulla base del numero dei docenti di cui al primo periodo e delle risorse".
Inoltre nel testo della legge di Bilancio si specifica l'arrivo di un fondo per la valorizzazione del sistema scolastico, con una dotazione di 122 milioni di euro per l'anno 2025, 189 milioni di euro per l’anno 2026 e 75 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027.