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Pensioni

Manovra, il nuovo sistema di rivalutazione delle pensioni vale 2 anni: come funzionano le 6 fasce

Le nuove regole per l’indicizzazione delle pensioni, comprese le minime, saranno in vigore per il biennio 2023-2024. Ecco come cambia l’assegno pensionistico secondo la bozza della manovra di bilancio.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nella bozza della manovra di bilancio approvata in Consiglio dei ministri lunedì e in circolazione da ieri, ci sono in tutto 136 articoli, suddivisi in 15 capitoli e 70 pagine, con le misure su fisco, pensioni, e contro il caro energia (queste ultime impegnano due terzi dei 35 miliardi di euro messi sul piatto). Il documento potrebbe non essere definitivo, per quello ufficiale bisogna attendere l'invio alle istituzioni europee e il deposito in Parlamento.

Sul fronte delle pensioni la novità è quella che era stata anticipata come ‘Quota 103', un meccanismo introdotto per evitare il ritorno a gennaio 2023 dello scalone Fornero. Nel testo viene denominata ‘pensione anticipata flessibile', e permette di andare in pensione con 41 anni di contributi ed un minimo di 62 anni d'età. La norma, come emerge dalla bozza, prevede dei paletti: è stato fissato un tetto che, fino al raggiungimento dell'età pensionabile, cioè 67 anni, non può superare cinque volte il valore delle pensioni minime.
In pratica, visto che queste vengono alzate a quasi 600 euro, la pensione anticipata non potrà superare i 3.000 euro. Inoltre l'importo non potrà essere cumulato con altri redditi da lavoro occasionale se superano i 5.000 euro l'anno.
Nella norma sono anche previste delle finestre di uscita: di tre mesi per i lavoratori privati e di 6 per quelli pubblici. Chi matura i requisiti il 31 dicembre 2022 dovrà attendere aprile, se è un dipendente privato, o agosto se lavora nel settore pubblico.

Come funziona la rivalutazione delle pensioni nel biennio 2023-2024

Secondo la bozza la revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni, comprese quelle minime, sarà in vigore per il biennio 2023-2024. È stato introdotto un sistema suddiviso in sei fasce: si va dalla rivalutazione al 100% dei trattamenti pensionistici pari o inferiori a quattro volte il minimo (il trattamento minimo Inps è attualmente di circa 525 euro), quindi per gli assegni fino a circa 2.100 euro. Si scende poi all'80% per i trattamenti inferiori o pari a 2.625 euro, al 55% per quelli tra 2.626 e 3.150 euro, al 50% tra 3.151 e 4.200 euro, al 40% tra 4.201 e 5.250 euro; fino alla rivalutazione al 35% dei trattamenti pensionistici superiori a dieci volte il trattamento minimo.

Per contrastare l'inflazione sempre nel prossimo biennio gli assegni più bassi però sono ulteriormente aumentati su base mensile (1,5 punti percentuali per l'anno 2023 e di 2,7 punti per il 2024), come annunciato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tenendo conto dell’indicizzazione del 7,3% – in base al decreto firmato dal ministro dell'Economia nelle scorse settimane, che fissa al 7,3% la quota di indicizzazione al caro vita per l’adeguamento da far scattare a gennaio – gli assegni più bassi dovrebbero arrivare a oltre 570 euro il prossimo anno e a circa 580 in quello successivo.

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