Manovra, il fisco potrà entrare nei conti correnti prima di effettuare un pignoramento
L'Agenzia delle Entrate potrà vedere quanti soldi ci sono sui conti correnti dei debitori, prima di effettuare il pignoramento. La novità arriva con la manovra del governo Meloni, che all'articolo 23 prevede "misure di contrasto all’evasione e razionalizzazione delle procedure di compensazione dei crediti e di pignoramento dei rapporti finanziari". Si tratta di una misura chiesta da tempo dall'Agenzia delle Entrate Riscossione, per permettere al fisco di inviare alle banche dei debitori degli ordini di pagamento solo dopo aver verificato che i soldi, in effetti, ci siano. Così facendo si potrà accedere direttamente ai conti correnti, verificare la disponibilità economica e poi ordinare il pignoramento.
Nel testo, all'articolo 23 comma 13 della bozza, si legge:
Prima di procedere al pignoramento dei conti correnti rinvenienti dalla consultazione dell’archivio dei rapporti finanziari, l’agente della riscossione può, in fase stragiudiziale, accedere, mediante collegamento telematico diretto, alle informazioni relative alle disponibilità giacenti sui predetti conti correnti.
Cosa succede se c'è la disponibilità economica per saldare i debiti?
Se l’accesso […] ha consentito di individuare crediti del debitore nella disponibilità di uno o più operatori finanziari, […] l’agente della riscossione redige e notifica telematicamente al terzo, senza indugio, l’ordine di pagamento […]. La notifica dell’ordine di pagamento è effettuata, a pena di nullità, anche al debitore, […] non oltre trenta giorni dalla notifica al terzo.
Con l'approvazione della delega fiscale, che il governo dovrà mettere a terra attraverso una serie di decreti, il centrodestra ha deciso di superare gradualmente lo strumento delle cartelle esattoriali, per passare a una sorta di prelievo diretto dai conti correnti.