Manovra, i sindacati non fermano la mobilitazione: “Il 2024 sarà un anno di protesta”
Tra una settimana a quest'ora la legge di Bilancio del governo Meloni sarà stata definitivamente approvata. I sindacati, però, non hanno intenzione di fermarsi con la loro protesta. "È una legge di bilancio sbagliata che non risolve i problemi e peggiora una situazione già complessa. Noi non ci fermiamo", ha spiegato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, in un'intervista con La Stampa, affermando che la mobilitazione proseguirà nel 2024.
"La prima esigenza è aumentare strutturalmente i salari, il che vuol dire rinnovare i contratti nazionali di lavoro nel pubblico e nel privato. Allo stesso tempo occorre una vera riforma fiscale, la legge delega che il governo si è fatto votare non va bene: non combatte l'evasione, non allarga la base imponibile, non colpisce le rendite finanziarie e immobiliari", ha aggiunto Landini. Per quanto riguarda il fronte dei salari, nella legge di Bilancio il governo è intervenuto su quelli più bassi – fino a 35 mila euro – confermando e rafforzando il taglio del cuneo fiscale. Invece, sulla riforma dell'Irpef, nel Consiglio dei ministri in calendario il prossimo 28 dicembre è previsto l'ok definitivo al decreto per la riduzione delle aliquote nel 2024: inizialmente l'approvazione era prevista in un precedente vertice governativo, ma è stata rimandata per un approfondimento tecnico in coerenza con la legge di Bilancio.
Il 2024 per la Cgil sarà un anno di protesta. "Discuteremo le modalità con le categorie e la Uil, e lo proporremo anche alla Cisl. Non escludiamo nulla per favorire il rinnovo dei contratti nazionali, migliorare i salari, fermare i tagli alla sanità e ai servizi pubblici, favorire gli investimenti e lo sviluppo di una vera politica industriale per realizzare un vero piano per l'occupazione stabile".