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Manovra, Giorgetti conferma taglio cuneo sul lavoro strutturale: “Difficile crescita Pil dell’1% nel 2024”

Il ministro dell’Economia Giorgetti, in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha presentato il Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029: “Le recenti revisioni Istat rendono più difficile il conseguimento di una variazione annuale del Pil reale dell’1%, per l’anno in corso”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro dell'Economia Giorgetti ha svolto un'audizione nelle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, nell’ambito dell'attività conoscitiva preliminare all’esame del Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029, che arriva mercoledì 9 ottobre nelle aule di Camera e Senato.

Il Psb è "un documento ambizioso ma realistico, che nel rispondere ai complessi vincoli introdotti, affronta i principali problemi del Paese e delinea un percorso di rientro dal deficit. La presentazione del documento avviene in un momento caratterizzato da tendenze contrastanti", ha detto, "da un lato c'è un andamento delle variabili economiche in linea con le attese, con il mercato del lavoro e i saldi di finanza pubblica più favorevoli delle previsioni" dall'altro "l'allargamento conflitti sta alimentando l'incertezza".

"La stabilità delle finanze pubbliche è un elemento di grande rilevanza in questo contesto", ha aggiunto. L'allargamento dei conflitti in atto sta alimentando l'incertezza che caratterizza lo scenario economico globale. Il governo deve coinvolgere le energie imprenditoriali. Il Piano delinea un quadro di finanza pubblica che nel medio periodo porta a una stabile riduzione dello stock di debito pubblico, e dei relativi oneri".

"Il Piano non lascia indietro nessuno", ha sottolineato, "è finalizzato a favorire la crescita", oltreché a salvaguardare i conti pubblici, "La stabile riduzione del debito è una necessità ineludibile", ha aggiunto. "La sua caratteristica è la prudenza".

Il percorso di aggiustamento dei conti pubblici configurato nel Piano strutturale di bilancio, con la riduzione del rapporto deficit/Pil sotto il 3% nel 2026 "consentirà l'uscita dell'Italia dalla procedura per deficit eccessivo dal 2027", ha spiegato il titolare del Mef. "Inoltre il tasso di crescita medio annuo della spesa netta sarà dell'1,5%, in linea con la traiettoria di riferimento della Commissione europea".

"Nello specifico ci impegniamo a non superare l'1,3% di crescita annuale della spesa netta nel 2025, 1,6% nel 2026, 1,9% nel 2027, 1,7% nel 2028 e 1,5% nel 2029, mentre nel biennio 2030-31 i tassi di crescita si attesteranno all'1,1% e all'1,2%".

"Partendo dal livello di indebitamento netto previsto per l'anno in corso, che è stato aggiornato al 3,8% dal 4,3% lo scorso aprile, i livelli obiettivi di crescita della spesa netta consentiranno una correzione annua del saldo primario strutturale pari a 0,55 punti percentuali nel 2025 e nel 2026, coerente con il requisito della procedura di deficit eccessivi cui è assoggettata l'Italia".

"Al termine del periodo di aggiustamento settennale si prevede di raggiungere un avanzo primario strutturale pari al 3,2% del Pil, livello molto vicino alla previsione della Commissione, 3,3%. Il mantenimento di tale livello permetterebbe, in assenza di altre misure di correzione fiscale e considerando la sola variazione attesa delle spese connesse all’invecchiamento della popolazione e di porre il rapporto debito-Pil su una traiettoria plausibilmente discendente nei 10 anni successivi e al contempo di mantenere l'indebitamento netto al di sotto del 3% del Pil".

"Con revisione Istat più difficile +1% Pil nel 2024"

Dopo l'aggiornamento delle stime del Pil effettuato dall'Istat "diventa più difficile raggiungere una crescita dell'1% nell'anno in corso", ha ammesso. Il ministro ha aggiunto che "I nuovi dati trimestrali, pur avendo un probabile impatto sulla lettura finale del 2024, non suscitano preoccupazioni per gli anni seguenti".

Il piano include un programma di riforme in cinque le aree prioritarie di intervento, elencate da Giorgetti: giustizia, tassazione, miglioramento dell'ambiente imprenditoriale, potenziamento capitale umano della Pa, efficientamento del controllo e monitoraggio della finanza pubblica.

Tra le riforme del Psb, ha detto il titolare del Mef, c'è anche "l'aggiornamento degli archivi catastali che dovrà includere le proprietà ad oggi non censite e valori catastali rivisti per quegli immobili che hanno conseguito un miglioramento strutturale, a seguito di interventi di riqualificazione finanziati in tutto o in parte da fondi pubblici", quindi in caso di ristrutturazioni con bonus edilizi.

In manovra confermato taglio cuneo strutturale e riforma Irpef

"La prossima manovra di bilancio si baserà sia sugli spazi di bilancio disponibili, sia sul reperimento di adeguate coperture. In primo luogo, la manovra di bilancio che presenteremo nelle prossime settimane fornirà le risorse necessarie a confermare gli interventi ritenuti prioritari. Tra questi rientrano, soprattutto, le misure necessarie a rendere strutturali gli effetti del taglio del cuneo fiscale sul lavoro e l'accorpamento delle aliquote IRPEF su tre scaglioni già in vigore per l'anno in corso, nonché interventi finalizzati a favorire la natalità e a fornire un sostegno alle famiglie più numerose".

"La manovra stanzierà anche le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27" e incrementerà i fondi per la sanità pubblica, ha aggiunto.

"Le risorse disponibili a legislazione vigente e quelle ulteriori allocate per la prossima manovra, serviranno anche – ha proseguito Giorgetti – per avviare il programma di riforme e di investimenti indicati nel Piano". Il ministro ha inoltre fatto rilevare che "gli interventi che il governo intende adottare con la manovra di bilancio dispiegheranno il maggiore effetto espansivo nel 2025, quando il tasso di crescita del Pil reale è atteso a salire dell'1,2%, un valore superiore di circa 0,3 punti percentuali rispetto allo scenario tendenziale". Mentre, "le misure forniranno un impulso favorevole ai consumi indirettamente attraverso una maggiore domanda e un impatto benefico sugli investimenti delle imprese. Effetti positivi si avranno anche nel 2026, andando a compensare l'impatto del contenimento della crescita della spesa pubblica rispetto alle dinamiche passate. Nel complesso il tasso di crescita dell'economia previsto per il 2026 resta confermato all'1,1 per cento".

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