Flat tax 2023, cosa cambia per partite Iva e autonomi: le novità
Nella Manovra il governo ha introdotto alcune modifiche alla flat tax, cioè la "tassa piatta" che indica un sistema fiscale non progressivo basato su un’aliquota fissa, in questo caso al 15%. Nello specifico la maggioranza ha aumentato la platea di autonomi e partite Iva che ne possono beneficiare: dal prossimo anno sarà prevista per i redditi fino a 85mila euro.
Che si sarebbe innalzata la soglia della flat tax lo aveva già detto varie volte Matteo Salvini, promotore della misura. L'obiettivo era quello di estenderla per tutti i redditi fino a 100 mila euro, ma le risorse scarseggiano. Intanto, quindi, dal 2023 la flat tax sarà estesa per i redditi fino a 85 mila. È poi introdotta anche la flat tax incrementale con una franchigia del 5%, ma solo per i redditi fino ai 40 mila euro.
Come cambia la flat tax nel 2023 per autonomi e partite IVA
Si amplia quindi la platea di autonomi che possono usufruire del regime forfettario: ad oggi, infatti, la flat tax era riservata per le partite Iva fino a 65 mila euro, ma ora potranno beneficiarne i redditi fino agli 85 mila. "In materia fiscale, si estende la flat tax fino a 85.000 euro per autonomi e partite Iva e si ampliano le misure per la detassazione ai premi dei dipendenti, oltre a intervenire con una “tregua fiscale” per cittadini e imprese", aveva scritto il governo nel comunicato di Palazzo Chigi.
Come funziona la flat tax incrementale per redditi fino a 40mila euro
Viene poi introdotta anche la flat tax incrementale con una franchigia al 5%, ma c'è un tetto di reddito: "Introduzione per i lavoratori autonomi di una flat tax incrementale al 15% con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40.000 euro", aveva precisato sempre Palazzo Chigi. Quindi l’aliquota del 15% verrà applicata su una quota dell’incremento di reddito registrato quest'anno, in paragone con il reddito dichiarato nei tre anni precedenti e assoggettato all’Irpef.
La flat tax per lavoratori dipendenti non verrà applicata
La proposta iniziale della Lega era quella di ampliare il regime forfettario anche ai dipendenti. Tuttavia, il viceministro dell'Economia Maurizio Leo aveva sottolineato come si trattasse di un'operazione complessa. In sede di Consiglio dei ministri, quindi, il governo ha deciso di mantenere il provvedimento a beneficio esclusivo di lavoratori autonomi e partite Iva, ma aumentando la platea di chi ne può usufruire. La soglia di reddito è così passata dai 65 mila fino agli 85 mila euro.
Per diverse misure identitarie il centrodestra ha dovuto procedere a ribasso. Giorgia Meloni infatti, aveva subito messo in chiaro che tutti i soldi che il governo stava riuscendo a stanziare sarebbero andati per la maggior parte a finanziare i provvedimenti contro il caro energia, per sostenere famiglie e imprese in questo difficile momento economico. La presidente del Consiglio aveva quindi sottolineato che tanti dei progetti inseriti nel programma elettorale sarebbero stati rimandati.
Alcune misure, come appunto la flat tax, sono riuscite a ritagliarsi uno spazio in manovra, ma in uno scenario fortemente ridimensionato rispetto ai programmi iniziali. In questo caso, rispetto a quanto ipotizzato nel programma elettorale, la soglia di reddito è stata abbassata di 15 mila euro e la misura è stata mantenuta per una platea di soli lavoratori autonomi.
Cosa dice il testo della Manovra sulla flat tax
Ecco cosa dice nello specifico il testo della Manovra su regime forfettario e flat tax incrementale.
ART. 11.
(Modifiche al regime forfetario)1. All’articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n.190, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 54, lettera a), le parole: “euro 65.000” sono sostituite dalle parole: “euro 85.000”;
b) al comma 71 sono aggiunti i seguenti periodi: “Il regime forfetario cessa di avere applicazione dall'anno stesso in cui i ricavi o i compensi percepiti sono superiori a 100.000 euro. In tale ultimo caso è dovuta l'imposta sul valore aggiunto a partire dalle operazioni effettuate che comportano ils uperamento del predetto limite.”.ART. 12.
(Flat tax incrementale)1. I contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni, diversi da quelli che applicano il regime forfetario di cui all’articolo 1, commi 54 e successivi, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, possono applicare, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito stabilite dall’articolo 11 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e relative addizionali calcolata con un’aliquota del 15 per cento su una base imponibile, comunque non superiore a 40.000 euro, pari alla differenza tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo determinato nel 2023 e il reddito d’impresa e di lavoro autonomo, d’importo più elevato, dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, decurtata di un importo pari al 5 per cento di quest’ultimo ammontare.
2. Quando le vigenti disposizioni fanno riferimento, per il riconoscimento della spettanza o per la determinazione di deduzioni, detrazioni o benefìci di qualsiasi titolo, anche di natura non tributaria, al possesso di requisiti reddituali, si tiene comunque conto anche della quota di reddito assoggettata all’imposta sostitutiva di cui al comma 1.
3. Nella determinazione degli acconti dovuti ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e relative addizionali per il periodo d’imposta 2024 si assume, quale imposta del periodo precedente, quella che sis arebbe determinata non applicando le disposizioni dei commi 1 e 2.