Manovra, è scontro. Franceschini avverte: “Un ultimatum al giorno toglie il governo di torno”
Lo scontro nel governo si riaccende, tra guerre di ultimatum e proteste sulla manovra. I malcontenti vengono espressi chiaramente da Movimento 5 Stelle e Italia Viva, mentre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte prova a gettare acqua sul fuoco. Eppure l’avvertimento del Movimento 5 Stelle è arrivato forte e chiaro a Palazzo Chigi, così come al Nazareno. A lanciarlo è stato tutto il Movimento con un post sul blog delle stelle: “Senza il nostro voto non si fa niente”, è la minaccia neanche tanto velata che riguarda soprattutto alcune misure, come il limite al contante e gli obblighi per i commercianti di usare il Pos. L’avvertimento sembra essere stato colto e crea non pochi scontenti. Su tutti quello di Dario Franceschini. Il ministro della Cultura lo esprime in serata con un semplice un tweet, un contro-avvertimento molto chiaro: “Un ultimatum al giorno toglie il governo di torno”.
Ma non c’è solo il Movimento 5 Stelle ad esprimere malcontento e a minacciare la tenuta del governo. Dall’altra parte le perplessità le esprime anche Italia Viva, con l’inizio della Leopolda e le critiche su alcuni aspetti della manovra da parte del suo leader Matteo Renzi. La prima richiesta dell’ex presidente del Consiglio è quella di abolire la quota 100, l’anticipo pensionistico che il senatore di Iv ha più volte criticato e che vorrebbe eliminare, presentando anche un emendamento in tal senso durante la discussione della manovra in Parlamento. “Domattina – spiega Renzi – partiamo con la presentazione del Family Act, con Elena Bonetti. E spiegheremo perché secondo noi quella misura, che investe 20 miliardi in tre anni guardando solo ai pensionandi, è ingiusta: quei soldi dovrebbero andare ai giovani, alle coppie, alle famiglie, agli stipendi e ai servizi. Noi voteremo un emendamento per cancellare Quota 100 e dare quei soldi alle famiglie e agli stipendi: vediamo che cosa faranno gli altri”.
Ma la quota 100 non si tocca, assicura Conte: “È un pilastro della manovra”. Il presidente del Consiglio, allo stesso tempo, cerca di mettere a tacere anche le polemiche nate in casa 5 Stelle, assicurando che le tanto contestate commissioni sui Pos verranno azzerate o ridotte sensibilmente. In serata, dalla Leopolda, arriva un piccolo segnale di schiarita da Renzi, che assicura di non volere che il governo cada: “L’abbiamo fatto partire un mese fa, se lo facciamo cadere dopo un mese ti ricoverano per schizofrenia. Ma se lanciamo delle idee non potete dirci che sono ultimatum: gli ultimatum li lanciano i populisti, se non si capisce la differenza vuol dire arrendersi al populismo”.