Manovra di bilancio, confermata la Carta del docente: 500 euro per ogni anno scolastico
Sembrava spacciata e invece la carta del docente è stata confermata nella Legge di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri. La prima manovra del governo Draghi, infatti, ha confermato la misura introdotta nell'era Renzi con la Riforma della buona scuola che riserva ai docenti una carta elettronica del valore di 500 euro al fine di "sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali". Dalla bozza della legge di bilancio inizialmente circolata, invece, emergeva che la card sarebbe scomparsa a partire dal 1° settembre 2022. Il riferimento normativo però sarebbe stato stralciato prima del via libera del Cdm, mettendo ulteriori fondi a disposizione del bonus riservato ai docenti delle scuole pubbliche. I 30 miliardi di euro che finanzieranno le varie misure inserite nel provvedimento, dunque, serviranno anche rifinanziare il fondo istituito per la carta del docente. Ma vediamo a chi spetta e per cosa può essere utilizzata la carta.
Cosa è la carta del docente
Con la legge 107 del 2015, ribattezzata Riforma della Buona Scuola, il governo aveva istituito una carta destinata a docenti di ruolo (sia a tempo pieno che a tempo parziale) delle scuole di ogni ordine e grado. Si tratta di una carta del valore di 500 euro per ogni anno scolastico che "non costituisce retribuzione accessoria né reddito imponibile" e può essere utilizzata per diverse attività relative alla formazione degli insegnanti e al potenziamento delle loro competenze professionali. Più in particolare, secondo l'art. 1, comma 121, della legge della Buona scuola, il valore della card può essere speso per "l‘acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all'aggiornamento professionale".
Non solo, perché i 500 euro possono essere spesi anche per l'acquisto di "hardware e software, per l'iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali", purché si tratti di corsi svolti da enti riconosciuti dal Ministero dell'Istruzione. Tra questi sono compresi anche corsi di laurea, post lauream e master universitari. Con il bonus, inoltre, i docenti possono anche andare a teatro, al cinema, entrare nei musei oppure partecipare a mostre, eventi culturali e spettacoli dal vivo "nonché per iniziative coerenti con le attività individuate nell'ambito del piano triennale dell'offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione di cui al comma 124", il quale prevede che "la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale".