Manovra, cosa vuole fare il governo sulla sanità: Schillaci punta a uno stanziamento di 3,5 miliardi
Nella Nadef, che ha ottenuto mercoledì il via libera alla Camera e al Senato, per il capitolo sanità si prevede un ‘taglio' di 2 miliardi. In particolare dal prossimo anno è attesa una riduzione della spesa sanitaria, in rapporto al Pil: scenderà al 6,2%, un vero e proprio crollo se rapportato al 7,4% del 2020 e al 7,1% del 2021.
Secondo una tabella di previsione tecnica della Nadef, in 5 anni, tra il 2020 e il 2025, si passa dal 7,4% al 6,2% della spesa sanitaria in rapporto al Pil, cioè 1,2 punti in meno. A legislazione vigente, è prevista una diminuzione di 2 miliardi, da 134,7 miliardi nel 2023 (6,6%) a 132,9 nel 2024 (6,2%).
Il ministro della Salute Orazio Schillaci sta spingendo per ottenere nella legge di bilancio uno stanziamento per la sanità tra i 3 e i 3,5 miliardi. Ma dall'altra parte, scrive la Stampa il ministro dell'Economia Giorgetti valuta di scaglionare l'aumento del fondo sanitario, stanziando per il momento solo 2 miliardi, e rimandando il resto delle risorse ad altre misure da varare nel corso del prossimo anno.
Per il governo però il problema sanità non è di facile soluzione, visto che la Corte dei Conti, nella sua relazione alla Nadef, ha individuato un buco da 6 miliardi: "Nel 2019 – scrive la magistratura contabile – la spesa per i dispositivi medici è stata superiore al limite per 1,5 miliardi, importo che è divenuto superiore ai 2 miliardi annui nel triennio successivo". Quindi, calcolando le eccedenze a partire dal 2019, "anche trascurando i due esercizi più interessati dalla pandemia la somma degli scostamenti supererebbe i 6 miliardi di sui 3 a carico delle imprese".
Il primo passaggio verso l'approvazione della manovra sarà il Consiglio dei ministri di lunedì prossimo, in cui si discuterà del documento programmatico di bilancio da mandare a Bruxelles. Un vertice tra governo è maggioranza si è tenuto mercoledì sera, in presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha mandato un avviso chiaro agli alleati: con poche risorse, e con l'aggiunta delle guerra in Israele, non potranno esserci troppe concessioni ai partiti. Tradotto: non ci sarà spazio per gli emendamenti per la maggioranza. E i capigruppo sembrano aver recepito il messaggio: "Siamo d'accordo con il quadro che ci è stato delineato e con quanto verrà indicato nella legge di Bilancio. La maggioranza sarà estremamente collaborativa e non ci sarà alcun assalto alla diligenza", ha assicurato il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Tommaso Foti. Stesso messaggio arriva dal Carroccio: "L'obiettivo comune è chiudere una manovra che sappia rispondere in primis alle classi più in difficoltà del Paese. Per quanto ci riguarda la Lega punta a chiudere in tempi rapidi la legge di Bilancio per dare un segnale importante anche all'Europa".