Manovra, cosa ha deciso il governo Meloni sul Ponte sullo Stretto e quanto costerà
Il testo della legge di bilancio è arrivato ed è stato chiarito anche uno dei punti più dibattuti della manovra: quanti soldi ci sono per il Ponte sullo Stretto di Messina. La risposta più breve è: 11,6 miliardi di euro, da qui al 2032. Ma è vero solo in parte. Questi soldi sono assegnati sulla carta, ma non c'è nessuna indicazione su come lo Stato intenda procurarseli, nessuna indicazione su come sarà gestito il progetto né un vincolo che obblighi anche nei prossimi anni a mantenere questi soldi dedicati al Ponte.
La stima del governo Meloni è che l'opera costerà circa 12 miliardi di euro. Fino a pochi mesi fa si parlava di 13,5 miliardi, che in realtà erano più vicini a 15 milardi. Ma i costi sarebbero scesi grazie a "contributi delle Regioni e delle istituzioni europee", come ha annunciato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini – nettamente la figura che si è più legata politicamente alla realizzazione del progetto. Così, ora il leader della Lega può dire che quasi tutti i soldi per il Ponte sono nella manovra. Almeno in teoria.
Quello che si legge nel testo è che i fondi vengono stanziati per fare in modo che il progetto definitivo del Ponte venga approvato dal Cipess (Comitato per la programmazione economica) "entro l'anno 2024". Un'indicazione piuttosto vaga, che comunque non smentisce per adesso le promesse fatte più volte da Salvini, cioè che il progetto sarà approvato entro il 31 luglio 2024 e i cantieri partiranno già la prossima estate.
Le somme stanziate sono di 780 milioni di euro per il 2024, un miliardo per il 2025 e poi cifre tra gli 1,3 e gli 1,8 miliardi all'anno fino al 2032. In totale, 11,6 miliardi di euro. Più in particolare:
- 1,3 miliardi di euro nel 2026
- 1,78 miliardi di euro nel 2027
- 1,88 miliardi di euro nel 2028
- 1,7 miliardi di euro nel 2029
- 1,43 miliardi di euro nel 2030
- 1,46 miliardi di euro nel 2031
- 260 milioni di euro nel 2032, quando il Ponte dovrebbe diventare operativo
Può sembrare un buon risultato: 11,6 miliardi assicurati su un totale di 12 previsti. Va ricordato però che si tratta di spese "autorizzate", ma da nessuna parte il testo della legge dice esplicitamente come saranno trovati i fondi. Anzi, l'articolo specifica per bene che questi soldi sono messi lì fin quando non si troveranno altre "fonti di finanziamento atte a ridurre l'onere a carico del bilancio dello Stato". Come un contributo da parte di soggetti privati, ad esempio.
Ogni anno, entro il 30 giugno, il ministero di Salvini dovrà informare il Cipess di cosa sta facendo per trovare fonti di finanziamento "diverse da quelle a carico del bilancio nazionale" per pagare il Ponte. A dimostrazione che, anche se sulla carta i soldi sono stati stanziati, potrebbero non bastare o non esserci effettivamente.
Come hanno spiegato esperti del settore a Fanpage.it, per aprire i cantieri nel 2024 non basterà l'approvazione del progetto definitivo, ma servirà anche un progetto esecutivo che al momento manca. Se anche arrivasse una cerimoniale ‘posa della prima pietra' la prossima estate, questo non basterebbe a garantire che i lavori siano effettivamente iniziati. In più, i fondi stanziati dalla manovra finora ci sono, ma nulla vieta che tra un anno o due il governo decida di spostarli su altre necessità. Insomma, Salvini può rivendicare che nella manovra "ci sono tutti i soldi" per il Ponte, ma per il momento si tratta di poco più di una rassicurazione sulla carta.