Manovra, addio al Superbonus: nessuna proroga nel 2024 per sconto in fattura e cessione del credito
Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha dato la conferma ufficiale: nella manovra non ci sarà spazio per prolungare le scadenze del Superbonus. Nemmeno per la legge di Bilancio sono state accolte le richieste di Forza Italia, che aveva già richiesto che fosse inserita una proroga di tre mesi per la misura nel decreto Asset. Quindi, se non ci saranno ulteriori modifiche alle norme in vigore, dal 1º gennaio 2024 i lavori ai condomini passeranno da un'aliquota al 90% ad una 70%, mentre dal 2025 scenderà ulteriormente al 65%. Invece, per gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari indipendenti e autonome ci sarà il 110% per le spese sostenute entro la fine dell'anno, ma questo vale solo per quei lavori che erano almeno al 30% di avanzamento al 30 settembre 2022.
Durante la conferenza stampa per presentare la prossima manovra finanziaria, la premier Giorgia Meloni ha voluto evidenziare le condizioni in cui il governo ha approvato la manovra per il 2024: "Il quadro è chiaramente abbastanza complesso: noi nel 2024 avremo circa 13 miliardi euro di maggiori interessi sul debito, da pagare in forza delle decisioni assunte dalla BCE, e circa 20 di Superbonus. L'aumento dei tassi e il Superbonus fanno complessivamente più della manovra di bilancio". Infatti, la presidente del Consiglio ha parlato di una serie di misure da "circa 24 miliardi di euro", soldi che andranno a finanziare il rinnovo del taglio del cuneo fiscale, la proroga di Quota 103 per le pensioni e l'avvio della nuova Irpef su tre scaglioni, ma anche interventi di sostegno alla natalità e il taglio del canone Rai.
In seguito, Giorgetti è tornato sull'argomento bonus edilizio, sottolineando come il governo voglia lasciarsi questa misura alle spalle: "Lo sconto in fattura lo abbiamo abolito già in febbraio, ciononostante la dinamica del Superbonus continua imperterrita al ritmo di 3 miliardi di maggiore spesa all'anno". Il titolare del Mef ha chiarito che non c'è stato spazio per il Superbonus all'interno della manovra: "Non abbiamo fatto nessun intervento su questo, i lavori devono essere evidentemente completati entro la fine dell'anno se si vuole usufruire dello sconto in fattura, sennò parte un meccanismo che è quello delle detrazioni senza la possibilità dello sconto o della cessione dei crediti".
Stando agli ultimi dati, a fine settembre i lavori dei condomini erano al 74,7% dello stato di avanzamento, quindi per completare le opere serviranno circa 12 miliardi da ripartire tra i 20mila edifici restanti. Non si sa ancora nulla nemmeno sui crediti incagliati che, secondo l'Ance, riguarderebbero circa 350mila famiglie: una buona parte di questi che scade entro la fine dell'anno potrebbe non trovare compensazione. Infatti, i possessori di crediti che non riusciranno a cederli entro il 30 novembre 2023 per i lavori effettuati con il bonus edilizio durante il 2022 rischiano di perderli. Se ciò accadesse, questa situazione peserebbe circa 0,3 punti di Pil sotto forma di debito in ognuno dei prossimi tre anni, complicando ulteriormente il mantenimento della promessa di riduzione del debito.