video suggerito
video suggerito
Manovra 2025

Manovra 2025, quanto vuole tagliare l’Irpef il governo Meloni e chi ci guadagna

Il piano del governo Meloni nella legge di bilancio per il 2025 è di mantenere un’Irpef a tre aliquote, abbassare la seconda dal 35% al 33% e potenzialmente allargarla fino ai redditi da 60mila euro. Così ci risparmierebbe chi guadagna più di 28mila euro, ma il guadagno maggiore sarebbe per i redditi tra 50mila e 60mila euro.
A cura di Luca Pons
43 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

La stagione della legge di bilancio è iniziata, e uno dei punti nell'agenda del governo sarà quello di ridurre ancora l'Irpef. Quest'anno è entrato in vigore il sistema a tre aliquote, che dovrebbe essere confermato per il 2025, e magari ulteriormente modificato per aiutare i redditi medio-alti. Non solo, ma il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che l'intenzione è rendere questi cambiamenti "strutturali", quindi senza più bisogno di riconfermarli di anno in anno come fatto finora.

Al momento, le aliquote dell'Irpef sono queste: sul reddito fino a 28mila euro si paga il 23%; per la parte di reddito tra 28mila e 50mila euro si paga il 35%; e per la parte di reddito al di sopra dei 50mila euro si paga il 43%. Il sistema è stato implementato quest'anno, e rispetto al precedente permette di risparmiare a chi prende tra i 15mila e i 50mila euro – favorendo soprattutto chi è sopra i 28mila euro, che dovrà versare 260 euro in meno di Irpef.

L'idea per l'anno prossimo, invece, è di effettuare due interventi. Innanzitutto, l'aliquota intermedia potrebbe scendere dal 35% al 33%. E, in più, potrebbe estendersi fino a 60mila euro di reddito, invece di 50mila. L'effetto sarebbe doppio. Ci risparmierebbero in parte (il 2%) tutti quelli che incassano più di 28mila euro all'anno, ma è soprattutto la fascia tra i 50mila e i 60mila euro di reddito che vedrebbe un taglio delle tasse molto ampio: dal 43% al 33%, dieci punti percentuali in meno di Irpef.

Come detto, la stima è che questa modifica potrebbe costare fino a quattro miliardi di euro per un solo anno. A questa poi si aggiungerebbero le altre richieste della maggioranza, come ad esempio quella della Lega di allargare la flat tax per le partite Iva, facendo pagare appena il 15% di tasse fino a 100mila euro di reddito. Oggi il limite è fissato a 85mila euro, ma si potrebbe raggiungere un compromesso attorno ai 90mila. Per capire quanti soldi avrà a disposizione il governo, però, bisogna aspettare di capire quante persone aderiranno effettivamente al concordato preventivo biennale, la mossa con cui il governo Meloni ha offerto a milioni di partite Iva – soprattutto chi dichiara abitualmente meno di quanto incassa davvero – di evitare i controlli e rimettersi in regola con il Fisco.

Ieri il ministro dell'Economia Giorgetti ha anche affermato che l'esecutivo sarebbe intenzionato a "rendere strutturale" il sistema a tre aliquote dell'Irpef. Questa è un'operazione ben più complicata che rinnovare la misura di anno in anno, perché richiede di trovare i soldi necessari a garantire che la riforma dell'Irpef resterà in vigore ogni anno, in modo "strutturale, appunto", senza dover cercare di volta in volta nuove risorse per far quadrare i conti. Il governo vorrebbe fare la stessa cosa anche con il taglio del cuneo fiscale: insieme, le due misure costano circa 15 miliardi di euro ogni anno. Anche per questo, il ministro ha alleggerito dicendo che l'impegno a renderle strutturali vale per "gli anni a venire", e non necessariamente per questa manovra.

43 CONDIVISIONI
122 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views