Manifestazione per l’Europa del 15 marzo, quali partiti ci saranno e chi ha detto di no

La manifestazione del 15 marzo 2025 sull'Europa è nata come iniziativa per promuovere una posizione unitaria – senza simboli di partito, mentre ci saranno bandiere della pace, dell'Ucraina, dell'Ue – a sostegno dei valori europei, in un periodo in cui l'Ue è in crisi sul piano economico e politico. Ma, alla fine. sarà anche occasione di divisioni. Nelle ultime settimane, infatti, la manifestazione ha accolto molte adesioni – dal Pd e Avs a Azione e Italia viva, fino a sindacati e associazioni – ma anche qualche rifiuto di peso: su tutti, il M5s. Ecco chi ci sarà, e chi invece si è tirato indietro.
Chi scenderà in piazza per l'Europa: le divisioni sul riarmo Ue
Il Partito democratico di Elly Schlein è stato tra i primi soggetti politici a aderire all'evento, lanciato da Michele Serra su Repubblica. Schelin aveva ribadito la necessità di arrivare a una "Europa federale" per "esercitare quel ruolo politico e diplomatico fin qui mancato nella promozione della pace e del multilateralismo". Una posizione sostenuta anche dalla minoranza del suo partito, quella che è più favorevole alle politiche di riarmo.
La spaccatura del Pd nel voto del Parlamento europeo, su una risoluzione che sosteneva proprio il piano di ReArm Europe, ha però aumentato le tensioni interne. I riformisti dem hanno votato a favore, mentre appena la metà degli eurodeputati ha seguito le indicazioni della segreteria e si è astenuta. La linea del Pd è che l'Ue debba puntare alla difesa comune, ma non al riarmo dei singoli Stati. La piazza di domani, inevitabilmente, metterà insieme chi pensa che l'Europa debba armarsi e chi, invece, è contrario.
Non a caso ci sarà anche Alleanza Verdi-Sinistra, duramente critico di ReArm Eu. Qui la linea sul piano europeo non ha incertezze: nettamente contraria. E in piazza gli esponenti di Avs avranno bandiere della pace. Ci saranno anche i partiti più moderati e liberali dell'opposizione, che sono ben più aperti per quanto riguarda l'aumento della spesa militare: +Europa (il cui segretario Magi ha rivendicato "l'orgoglio di essere europei"), Azione di Carlo Calenda e Italia viva di Matteo Renzi.
Come detto, poi, la partecipazione andrà al di là dei partiti politici. Ad esempio, ha aderito la Cgil di Maurizio Landini – sottolineando comunque che sarà presente per la pace, rifiutando "l'idea di Europa che agisce come se la guerra fosse uno strumento giusto di risoluzione dei conflitti". Sarà presente anche la Cisl, da poche settimane guidata dalla nuova segretaria Daniela Fumarola, nonostante il sindacato confederale da tempo si sia allontanato dalla linea di Uil e Cgil su molti temi politici. Infine, parteciperanno numerose associazioni, dall'Anpi (che ha lasciato libera adesione ai comitati) a Libera.
Chi ha detto di no alla piazza sull'Europa: M5s e destra contrari
Più delle presenze, però, faranno probabilmente rumore le assenze. La più controversa è quella del Movimento 5 stelle. Giuseppe Conte, aveva detto pubblicamente di no, affermando di non voler sostenere una "Europa del riarmo". Poi aveva riaperto la questione, chiedendo a Serra di "definire meglio la piattaforma".
Alla fine, però, nonostante la risposta del giornalista, Conte ha chiuso la porta. Ha ribadito che i componenti del M5s sono "veri europeisti" e ha attaccato: "Non è possibile che si ritrovino coloro che sono favorevoli al riarmo e quelli che sono contrari, chi è per le armi e chi è contro le armi. Questo non è il momento dell’ambiguità e dell’incertezza: bisogna prendere posizioni chiare", ha detto.
Più scontata, invece, l'assenza della maggioranza. Mai stata in dubbio quella di Fratelli d'Italia e soprattutto della Lega, fortemente anti-europeista. Matteo Salvini ha attaccato chi "fa le manifestazioni con le bandierine" invece di "lavorare per cambiare questa Europa"
Chi è stato in dubbio, secondo diversi retroscena, sono invece i componenti di Forza Italia. D'altra parte, proprio sull'europeismo i forzisti puntano come parte fondamentale dell'identità del partito. Alla fine, però, hanno prevalso le ragioni della maggioranza, che deve mostrarsi compatta. Il segretario Antonio Tajani ha detto che l'Europa "va sostenuta con riforme concrete, non con eventi simbolici".
Assente anche una parte della sinistra, con Potere al popolo che ha deciso di organizzare una piazza parallela, una contro-manifestazione per condannare "l'Europa che si riarma".