Manifestazione a Genova contro Toti, Schlein e Conte: “Si dimetta”, Lega: “Basta sciacallaggio”
Oggi si è tenuta a Genova una manifestazione delle opposizioni, per chiedere il ritorno alle urne in Liguria e, contestualmente, le dimissioni del governatore ligure Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso, eletto ma sospeso dalla carica di presidente per via dell'inchiesta sulla corruzione delle procure di Genova e la Spezia. In piazza ha sfilato il cosiddetto ‘campo largo', rappresentato dai leader nazionali di Pd, M5s e Avs, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, insieme a comitati e associazioni, da ‘Genova che osa' ad Arci e Libera. L'appuntamento era in piazza De Ferrari, principale piazza di Genova, sotto la sede di Regione Liguria. "Liguria, diritto al futuro", lo slogan della manifestazione, convocata contro il ‘sistema-Toti'.
Gli attacchi di Pd, M5s e Avs e la difesa della Lega
Dal palco, Elly Schlein ha attaccato: "Toti si deve dimettere perché sta tenendo ai domiciliari anche questa Regione e non è accettabile. Il nostro giudizio", ha insistito, "è politico, ed è un giudizio pessimo su come è stata governata questa Regione, sul sistema di potere che hanno costruito qui". Per poi concludere: "C'è bisogno di progettare un futuro. Come lo si può fare se le destre tengono ostaggio questa Regione? Questa non è una piazza delle opposizioni, è una piazza dell'alternativa a queste destre".
La segretaria dem ha commentato anche la nuova misura cautelare disposta oggi nei confronti di Toti: "Si parla di finanziamento illecito e mi domando cosa aspetti Giorgia Meloni a chiedere a Giovanni Toti di fare un passo indietro per il bene di questa Regione e per la dignità di questa istituzione. E mi domando cosa aspetti a fare un atto dovuto che è la richiesta di sospensione".
Anche Giuseppe Conte ha attaccato chiarendo che l'intenzione non è "emettere sentenze di condanna nei confronti di singole persone: non siamo un tribunale e non c'è nessuna gogna mediatica". Ma, ha aggiunto, "è Toti che non deve emettere una sentenza di condanna nei confronti della comunità ligure". In Liguria "il modello di governo regionale che vien fuori dalle carte che abbiamo letto è un modello marcio. Non si può pensare di governare una Regione incontrando amici e imprenditori sullo yacht o luoghi inappropriati".
Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha rincarato la dose: "Chiediamo che questa regione possa tornare ad avere un futuro e che questo futuro lo possano decidere i cittadini con la democrazia. Siamo oltre la decenza". Fratoianni ha anche rilanciato una proposta di legge già depositata: "Basta con i finanziamenti alla politica, in qualsiasi forma, da chi ha rapporti con la Pubblica amministrazione. Se un imprenditore ha concessioni o ha appalti non deve finanziare la politica. Mi rivolgo ad Elly e a Giuseppe, sostenete in Parlamento questa pdl". Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde, ha richiamato le opposizione all'unità: "Solo uniti ce la possiamo fare. Non possiamo più commettere gli errori compiuti in passato, sarebbe inaccettabile e irresponsabile. Da oggi parte la riscossa".
Una replica ufficiale all'evento di oggi è arrivata dalla Lega, che con una nota ha criticato la "severità sconcertante dei provvedimenti nei confronti di Giovanni Toti", e ha attaccato "lo sciacallaggio indecente della sinistra che difende i propri indagati e non ha limiti quando gli indagati sono di centrodestra". Maruizio Lupi, presidente di Noi moderati, ha detto che "il significato del sit-in del cosiddetto campo largo purtroppo è uno solo: la fine di qualsiasi forma di garantismo nella sinistra".
La reazione di Toti alla manifestazione
Giovanni Toti si era detto "amareggiato ma non preoccupato" per la manifestazione della opposizioni di oggi pomeriggio. "Se chi dovrebbe costruire l'alternativa politica al governo della Regione e del Paese trova, come unico argomento per riunirsi, la contestazione dei principi cardine della nostra democrazia, quali presunzione di innocenza, indipendenza tra politica e giustizia, credo davvero dimostri l'assenza di un progetto e anche il rispetto per le istituzioni che pure chiederebbero di rappresentare", aveva detto.
"Saranno gli stessi liguri a scegliere tra passato e futuro, quando si andrà alle urne. Perché di certo si andrà al voto, non perché lo chiedono le piazze facendo strame di ogni principio, ma perché siamo in democrazia".
I leader che hanno partecipato alla manifestazione contro Toti a Genova
Al sit in di protesta che si è tenuto oggi, giovedì 18 luglio, erano presenti i leader dei principali partiti di opposizione. Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli si sono dati appuntamento in Piazza de Ferraris, a Genova, per chiedere un immediato passo indietro di Giovanni Toti ed elezioni subito in Liguria. Presente anche una delegazione di Azione, mentre non ha partecipato +Europa che, in nome del garantismo, preferisce "non trasformare vicende giudiziarie e casi politici".
Cosa chiedevano le opposizioni in piazza a Genova
La maggioranza ha ribadito più volte che non ha intenzione di chiedere alcun passo indietro a Toti, che intanto resta nella sua casa di Ameglia, dove ha chiesto di vedere domani il ministro dei Trasporti Salvini. Le opposizioni hanno organizzato la protesta oggi pomeriggio per pretendere le dimissioni del presidente, che intanto è stato sostituito da Alessandro Piana, e per chiedere il ritorno immediato alle urne. "La Regione Liguria deve essere dissequestrata e la parola ridata ai cittadini. La situazione di cui la Liguria è ostaggio va avanti da troppo tempo", aveva detto ieri Fratoianni. "La Regione non può essere ostaggio di un singolo individuo", aveva ribadito Angelo Bonelli. "A voi sembra normale che una intera regione bella, forte, piena di risorse come la Liguria sia bloccata da mesi per le vicende giudiziarie di un governatore agli arresti domiciliari che non vuole dimettersi? A noi no", aveva detto il leader del M5s Giuseppe Conte.