Manifestazione CGIL a Napoli, Camusso: Questo è il governo delle bugie
Meno fisco e più lavoro. Fisco inteso come strumento di giustizia sociale, lavoro come via per la crescita. Questi i punti cardine attorno al quale ruota l'intera piattaforma per lo sciopero della CGIL del 6 maggio.La tanto vociferata protesta generale è andata di scena in centinaia di città italiane dove tantissimi lavoratori, ma anche studenti, giovani e donne, sono scesi in piazza per rivendicare i loro diritti e per dire basta ad un Governo che li vede sempre più assoggettati. Una politica economica svilente che mortifica il ruolo del singolo, relegandolo ad attore passivo degli avvenimenti sociali del Paese è quello che la CGIL non vuole più permettere e l'ha rivendicato con forza dalle tante piazze italiane.
Le battaglie della CGIL per questo 6 maggio, infatti, sono molteplici e se in prima linea hanno sfilato i giovani "Non più disposti a tutto" con le valigie in mano, i precari, i cassintegrati della FIOM, non meno spazio è riservato alle categorie della scuola, delle donne lavoratrici per cui la maternità resta ancora un handicap, ai semplici cittadini che hanno voluto ribellarsi alla privatizzazione di beni comuni come l'acqua. All'interno della manifestazione principale dello sciopero, che si è svolta lungo le strade di Napoli, non sono mancati riferimenti anche alle necessarie misure di welfare, alla situazione dell'immigrazione oltre che alle criticità del Mezzogiorno.
Dopo il corteo, Susanna Camusso, nella Piazza Dante ha tenuto un discorso in cui ha puntualizzato gli elementi che stanno a cuore alla CGIL: ovverosia la riforma fiscale, la disoccupazione giovanile oltre che la questione dell'immigrazione. La sindacalista è partita proprio dalla situazione napoletana per dimostrare che "Questo Governo è il governo della bugie", si riferisce alla situazione napoletana dell'emergenza rifiuti. In secondo luogo l'accento del discorso si è focalizzato sulla situazione dei migranti e ha chiamato il Governo Berlusconi ad assumersi le sue responsabilità, dicendo: "l'esecutivo deve accorgersi che il paese si affaccia sul Mediterraneo e deve avere con gli altri un rapporto di fratellanza.[…] Un paese civile deve essere a fianco a quei popoli, mai contro di loro”.
Ha poi fatto presente la necessità di raggiungere l'unità sindacale con CISL e UIL:"Non possiamo avere un Paese dove il Governo continua a metterci l'uno contro l'altro.[…]Voltare pagina è possibile, ma dobbiamo decidere insieme di tornare nei luoghi di lavoro e dare la parola ai lavoratori". Infine l'ultima "stoccata" della dirigente è stata per Confindustria, secondo la Camusso ciò che serve è "voltare pagina e ripartire da più diritti nel lavoro. […]da due anni la Confindustria fa una politica sbagliata, dividendo il sindacato, facendo accordi separati e deroghe ai diritti dei lavoratori. Questa politica non ha dato alcun risultato".