Mancano le coperture per la manovra, il piano del governo per trovare i soldi
Il governo Meloni ha un problema enorme: la manovra di Bilancio. Tra misure che entrano e aiuti che escono, la lista della spesa si allunga e si accorcia di giorno in giorno, con i partiti di centrodestra che sgomitano per piantare bandierine qua e là e la sensazione che – scelte obbligate a parte – la discussione che comincerà dopo la presentazione della Nadef sarà lunga e intensa. Il problema vero per il governo, però, non è questo. Alla fine discutere di come spendere i soldi è un guaio relativo. La difficoltà più grande è trovare le risorse. Le cosiddette coperture economiche di cui si parla troppo poco.
Il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, della Lega, ne ha parlato questa mattina in un'intervista uscita su Repubblica: "La manovra è un atto programmatico di politica economica, non una lista della spesa – ha detto spiegando dove il governo troverà la metà delle coperture mancanti – Il quadro delle risorse sarà definito dopo la presentazione della Nadef. Le risorse arriveranno dagli spazi di bilancio e dalla cancellazione di misure che non hanno un impatto effettivo sulla crescita del Paese". Che detto così, significa molto poco.
Lo spazio di bilancio può essere ricavato con l'extragettito, o con la tassa sugli extraprofitti delle banche (che però Forza Italia vorrebbe rivedere profondamente, arrivando quasi a renderla ininfluente). La cancellazione delle misure, invece, è stata richiesta in primis da Meloni durante il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. Si era parlato di spending review, di tagli e di riorganizzazione delle risorse. Ma la presidente del Consiglio era stata chiara, soprattutto sui bonus edilizi: non rinnoveremo misure ereditate da altri governi che non ci convincono.
Il nodo delle coperture, però, resta tutto. Anche perché mancherebbero all'appello una quindicina di miliardi dei 30 totali che il governo vorrebbe investire nella manovra. Sulle priorità, il sottosegretario Freni conferma il taglio del cuneo fiscale e la natalità, ma tira fuori dal cilindro anche la sanità, di cui – va detto – non sta parlando più nessuno.