Mancano i soldi per la manovra, cosa può fare il governo Meloni tra nuove tasse e aumento del deficit
Il governo Meloni si avvicina sempre di più alla sua prossima manovra, e i fondi a disposizione per la legge di bilancio continuano a scarseggiare. La settimana prossima sarà resa nota la Nadef, la nota di aggiornamento al Def che fa il quadro della situazione economica. Sulla base di quella, ci saranno indicazioni più chiare per sapere quanto il governo dovrà rinunciare alle promesse fatte finora e quanto riuscirà a mantenerle.
Alcuni numeri, però, ci sono già: l'obiettivo sarebbe di arrivare a una manovra da 30 miliardi di euro, ma sembra più facile che si arriverà attorno ai 20. Considerando che confermare il taglio del cuneo fiscale ne costerebbe fino a 14, e che ci sono molti altri impegni (la sanità chiede 4 miliardi, poi ci sono i tagli dell'Irpef, le pensioni, anche i primi fondi per il Ponte sullo Stretto), far quadrare i conti non sarà semplice.
I possibili interventi sulle tasse
Da dove verranno questi soldi? Ci sono, innanzitutto, alcune tasse a cui il governo potrebbe fare ricorso. Ad esempio, la sugar tax e la plastic tax: sono due imposte che potrebbero portare allo Stato circa 650 milioni di euro all'anno, approvate già dal secondo governo Conte e mai entrate in vigore. Un anno fa sembrava che l'intenzione dell'esecutivo fosse di cancellarle, ma in questa fase potrebbero tornare utili per fare cassa. Fratelli d'Italia ha già parlato della possibilità di nuove tasse sui giochi, da cui trarre fondi per la sanità (i medici hanno annunciato che senza un esborso da 4 miliardi di euro ci saranno scioperi e proteste).
In Senato al momento c'è anche la tassa sugli extraprofitti delle banche, che nelle intenzioni iniziali del governo dovrebbe portare tra 1 e 2 miliardi di euro. Resta da vedere, però, se gli emendamenti proposti da Forza Italia indeboliranno l'imposta e quindi ridurranno anche le entrate. Giorgia Meloni si è opposta a questa ipotesi, dicendo che le modifiche si potranno fare solo "a parità di gettito". E poi a gennaio scatterà la nuova tassa sulle multinazionali, inserita nella delega fiscale, con un'aliquota annunciata al 15%.
Sempre in tema di fisco c'è il nuovo concordato preventivo biennale, una misura prevista dalla riforma fiscale per cui le aziende potranno mettersi d'accordo con il Fisco, decidere in anticipo quanto pagare di tasse e così facendo evitare controlli per i successivi due anni. La previsione, anche in questo caso, è di un guadagno di poco più di un miliardo di euro. Ancora, il governo ha annunciato più volte che procederà a un taglio delle deduzioni fiscali. L'idea è di ricavare circa un miliardo di euro, anche se sarà un'operazione complessa.
Spending review e rialzo del deficiti
Poi ci sono le misure che non hanno a che fare con le tasse. Ad esempio, i tagli: Giorgia Meloni ha già chiesto ai suoi ministri di trovare tutti i fondi che non sono stati stanziati o utilizzati, oppure che sono dedicati a misure non in linea con la direzione politica del governo, e tagliarli. Difficile fare previsioni sui numeri, ma dai 300 milioni circa di tagli già individuati si potrebbe passare a oltre un miliardo. C'è anche la rivalutazione Inps delle pensioni: quest'anno, il governo ha fatto salire di meno gli assegni più alti, risparmiando sulla spesa previdenziale. Quest'anno l'inflazione resterà decisamente alta, quindi la misura potrebbe essere ripetuta.
Infine, c'è la questione deficit. Il governo ha previsto, in primavera, che per il 2024 il deficit (cioè la differenza tra quanto lo Stato spende e quanto guadagna in un singolo anno) sarebbe stato pari al 3,7% del Pil. Era una stima conservatrice, anche perché si voleva rassicurare l'Europa che i conti italiani erano in ordine. Ora, si potrebbe valutare un lieve aumento: ad esempio al 3,9%, indebitandosi per 4 miliardi di euro in più circa. La sottosegretaria all'Economia Sandra Savino ha detto a Fanpage che questo aumento del deficit non era nei piani del governo, ma la possibilità resta sul tavolo.