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Maltempo, Zaia a Fanpage: “Abbiamo evitato il peggio grazie ai bacini, serve investire in prevenzione”

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, racconta a Fanpage.it ciò che sta vivendo la Regione in queste ore di maltempo e piogge torrenziali. Sono stati aperti tutti i bacini di laminazione e proprio grazie a questi – spiega il governatore leghista – è stato evitato il peggio.
A cura di Annalisa Girardi
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Da giorni il Nord Italia è alle prese con maltempo e piogge torrenziali, che stanno creando forti disagi sul territorio. Una delle Regioni più colpite è il Veneto, ma il governatore Luca Zaia racconta a Fanpage.it che con la prevenzione e l'apertura di tutti i bacini di laminazione si è potuto evitare il peggio. In alcune zone, da un giorno all'altro, sono caduti fino a 140 millimetri d'acqua, portando i livelli dei corsi d'acqua a salire, superando le soglie di guardia e portando alla rottura degli argini. Sono stati attivati tutti i bacini ed è proprio su questi che la Regione punta per affrontare i cambiamenti climatici in futuro. "Vanno realizzate le opere. Se ci dessero le risorse per pagare le opere, poi non avremo nemmeno più bisogno di fare la conta dei danni. Questi bacini sono la prova provata che investendo in opere idrauliche si riesce a mettere in sicurezza il territorio", ha detto il presidente veneto.

In Veneto è tornata la paura per il maltempo: qual è la situazione attualmente?

La situazione in Veneto è una situazione di fiumi pensili: abbiamo i fiumi che corrono sul piano della campagna, questo significa che ci sono 10mila chilometri di argini che contengono i nostri fiumi. Siamo in una situazione di massima allerta, però è anche vero che i bacini di laminazione che abbiamo realizzato in questi anni – dall'alluvione del 2010 ad oggi – ci hanno aiutato a evitare il peggio.

Sono stati aperti tutti i bacini di laminazione, come funzionano?

La storia dei nostri bacini si va a concretizzare con questo collaudo che abbiamo fatto direttamente sul campo con queste ondate di piogge importanti, che ci hanno portato a metterli in funzione tutti. Ad esempio Vicenza è stata salvata dal fatto che abbiamo messo in funzione tutti i bacini di laminazione attorno alla città, come se fosse circondata da una falange macedone: il bacino dell'Orolo, quello di Caldogno, di Montebello e di Viale Diaz sono entrati in funzione e hanno salvato Vicenza.

Ma ci può spiegare nella pratica cosa succede quando i bacini di laminazione entrano in funzione?

Fondamentalmente – se dovessimo fare un paragone molto banale, ma che rende l'idea – pensiamo a un lavabo di casa, come quelli che abbiamo in cucina: se tappiamo lo scarico e lasciamo il rubinetto aperto a un certo punto l'acqua raggiunge i limiti della superficie, ma con dei fori può scaricare quest'acqua in modo che non tracimi. Un bacino di laminazione fa sostanzialmente questo, quando il lavello, cioè il fiume, è troppo pieno e non riesce più a contenere l'acqua, crea una via di scarico che porta in un lago artificiale che abbiamo creato ad hoc e invaserà lì l'acqua, per poi re-immetterla in un secondo momento nel fiume.

Gli eventi climatici estremi stanno diventando sempre più frequenti, dobbiamo abituarci a investire di più nella prevenzione? Qual è il piano della Regione Veneto?

Il Veneto è un modello. Davanti ai cambiamenti climatici, in virtù di quello che abbiamo provato nel 2010, abbiamo deciso di fare grandi opere infrastrutturali, per tutelarci dal dissesto idrogeologico. Questo ci ha permesso di mettere a terra quasi 2.400 cantieri, tra i quali i grandi bacini di laminazione che sono la prova provata che investendo in opere idrauliche si riesce a mettere in sicurezza il territorio. Se dovessimo usare uno slogan: quando c'è il Sole e quando non ci sono guai è meglio investire in opere pubbliche a tutela del territorio – soprattutto dalle alluvioni – che andare a consuntivo a ripagare i danni. Abbiamo un miliardo di euro di opere che potremmo mettere a terra subito. Potrebbe essere anche l'occasione per candidare il Veneto, testare questo modello arrivando a dire che non vogliamo più il ristoro dei danni, ma le risorse per pagare le opere, così da dimostrare che poi non dovremo più chiedere nulla.

Tanti cittadini hanno subito danni alle proprie abitazioni in questi giorni, i ristori arriveranno?

I nostri cittadini – centinaia, se non migliaia di persone – stanno raccogliendo la conta dei danni, sia i privati che le imprese. Ovviamente poi i Comuni manderanno alla Regione la loro contabilità, la Regione farà un calcolo totale del danno che si è avuto durante queste ondate – queste ripetute alluvioni che abbiamo avuto – e poi chiederemo l'accesso al fondo nazionale della Protezione civile. Io ho dichiarato da un lato lo stato di emergenza e dall'altro l'immediata apertura dell'unità di crisi regionale.

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