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Maltempo, il ministro Musumeci dice che gli italiani sono un popolo che non pensa alla prevenzione

Il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, ha detto che il problema con le emergenze maltempo è che gli italiani sono “un popolo poco propenso alla prevenzione”. Poi ha invitato chi vive in zone a rischio ad assicurarsi, perché lo Stato non può “intervenire per ricostruire al 100% gli immobili danneggiati”.
A cura di Luca Pons
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"Provo rabbia perché noi abbiamo una Protezione civile efficientissima, anche a livello mondiale, sul piano delle emergenze, ma siamo un popolo poco propenso alla prevenzione e alla previsione del rischio". Lo ha detto il ministro della Protezione civile del governo Meloni, l'ex presidente siciliano Nello Musumeci. Intervenendo ad Agorà su Rai 3, il ministro ha commentato l'alluvione che ha colpito la Toscana e in parte il Veneto: oggi il Consiglio dei ministri dichiarerà lo stato di emergenza nazionale. Il problema, ha detto, è che in Italia si parla delle emergenza ambientale solo quando avviene il disastro, ma poi non partono serie politiche di prevenzione.

Parole strane perché vengono da un membro del governo in carica, che ha già affrontato più di una crisi maltempo e spesso ha avuto un approccio diverso. Al di là degli annunci, al momento non risulta in lavorazione un grande piano nazionale contro il dissesto idrogeologico. E proprio sul dissesto ambientale il governo ha tolto fondi dal Pnrr, promettendo di sostituirli con altri.

Musumeci ha chiarito il legame tra l'emergenza climatica e quella del maltempo – a differenza di quanto fatto in passato da altri esponenti del governo – e ha detto: "Si prova tanta rabbia nel sentire dire ‘non era mai accaduto'. Ma santo dio, da 15 anni c’è il cambiamento climatico e dovremmo abituarci a sapere e capire e convivere con questi fenomeni". Poi ha continuato: "Siamo sempre pronti a commuoverci quando c’è l’emergenza, ma subito dopo, spenti i riflettori, pensiamo ad altro invece di pensare alla prevenzione".

Secondo il ministro servirebbe "una seria politica di prevenzione", sia sul piano dell'informazione in tv e nelle scuole, sia in modo più ampio: "Siamo un popolo poco propenso alla prevenzione e alla previsione del rischio. Non eviterebbe l’alluvione, ma ne eviterebbe i danni. Allora perché non pensare anche alla prevenzione strutturale, quella che prevede gli interventi sul territorio".

Poi Musumeci ha spiegato, tra le righe, perché le responsabilità non sarebbe del suo governo. Per la prevenzione servirebbero "risorse che in molti casi sono state da tempo distribuite, ma non risultano a Roma ancora utilmente e del tutto utilizzate". E la pianificazione dovrebbe "cominciare dalla Regione, passando dalla Provincia e arrivando al Comune". Niente governo. Anzi, già adesso "troppi enti si occupano di prevenzione, e quando sono in tanti finisce che nessuno fa niente. Occorre semplificare, anche il presidente del Consiglio è d’accordo con me".

Musumeci ha poi chiuso con un altro appello alla popolazione: se si vive in zone a rischio alluvione o terremoto bisogna assicurarsi, ha detto. Altrimenti non può essere lo Stato che interviene per ricostruire del tutto ciò che il maltempo ha distrutto: "In nessuna parte del mondo lo Stato interviene per ricostruire al 100% a proprie spese i beni immobili danneggiati. Dobbiamo cominciare a introdurre anche in Italia la cultura delle assicurazioni contro i rischi naturali. È giusto che lo Stato intervenga, ma assieme al privato. Se so che ho una casa in una zona ad alto rischio sismico, devo fare una polizza assicurativa. Altrimenti siamo tutti deresponsabilizzati".

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